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Riaprono le scuole ed il traffico torna a stritolare Roma ed i suoi abitanti: anche se di poco, in estate c’era stata una leggera diminuzione dei flussi, ma da qualche giorno tutto è tornato “nella norma“, che per chi vive all’ombra del Colosseo significa auto in colonna, ingorghi e sistema nervoso al collasso.
Soprattutto per chi cerca un parcheggio, un posto dove lasciare l’auto per sbrigare un servizio o assolvere un impegno di lavoro.
Le strisce blu non bastano, si sa, e c’è un limite anche al parcheggio creativo che spesso si tramuta in ulteriore disagio per gli altri utenti della strada.
In attesa dell’annunciato Ecopass, (comunque in arrivo non prima del 2020), il problema è sempre quello: come liberare le strade di Roma dall’assedio di quelle in sosta?
Luca Montuori, assessore all'Urbanistica, architetto e professore associato di progettazione urbanistica all'Università di Roma Tre, ha commissionato al suo dipartimento un'indagine sui garage di Roma, puntando a censire quelli all’inizio nati per ospitare le quattro ruote private e nel tempo trasforamati in tutt’altro, diventando supermercati, palestre, negozi e magazzini.
Dal punto di vista normativo, è ancora in vigore il decreto che nel 1968 fissava gli standard urbanistici da garantire alla popolazione: a distanza di 50 anni, prevede che a ogni romano spettino 18 mq di spazi pubblici, compresi almeno 2,5 per posteggiare la propria auto.
Quote che a seconda della conformazione del territorio e della densità di abitanti possono essere distribuite su più livelli, come in parking multipiano, interrati o meno.
Il problema è che negli anni quelli che erano parcheggi hanno preso altre funzioni, sovente più redditizie, trasformandosi in esercizi commerciali: palestre, negozi o addirittura piccoli centri commerciali, che hanno tolto spazio alle auto, costrette al parcheggio in strada tra le (poche) strisce bianche e quelle blu a pagamento.
L’assessore all’Urbanistica della Capitale mira a conoscere come si è arrivati alla situazione attuale, e soprattutto a capire se le trasformazioni dei parcheggi sono state legali e, se possibile, come intervenire per invertire la tendenza.
Nel mirino dei funzionati del Campidoglio ci sono quindi compravendite e cambi di destinazione d'uso concessi a vecchi e nuovi proprietari dei posteggi; se, come ritengono i dirigenti 5S, dovessero emergere pasticci burocratici, procedure sospette o illegittimità, la sindaca Virginia Raggi potrebbe compiere un intervento deciso, varando un’ordinanza contro potenziali abusi edilizi per raggiungere l'obiettivo di avere meno veicoli posteggiati accanto ai marciapiedi e nel contempo carreggiate più ampie e più libere di ospitare, per esempio, nuove corsie preferenziali per aumentare la velocità dei bus dell’Atac, l’azienda municipalizzata dei trasporti.
Per dare, come ripete la prima cittadina, «alternative concrete all'uso dell'auto privata».