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A volerci fare una battuta, ci si potrebbe chiedere dove si trovano il green o le canoniche diciotto buche: all'ombra del Colosseo, a piazza Navona, sul lungotevere?
La realtà invece è meno divertente: forse come effetto distorto e non previsto della Ryder Cup disputata al Marco Simone lo scorso ottobre, negli ultimi mesi Roma si è trasformata nel più suggestivo e gigantesco campo da golf al mondo, con il centro storico invaso dalle vetture elettriche che normalmente dovrebbero essere utilizzate solo per gli spostamenti sul green.
Con cromatismi vari, essendo verdi, bianche o gialle, e possibilità di ospitare fino ad otto persone a bordo, grazie alla trazione full electric possono raggiungere ogni angolo della ZTL con buona pace dei “pizzardoni“ e nel pieno rispetto delle norme, visto che il Codice della Strada, all'articolo art.83 comma 1 e come ribadito da un decreto del MIT del 1994 e da due sentenze del Consiglio di Stato, consente a “enti pubblici, imprenditori, collettività” di svolgere un servizio di trasporto di persone per il soddisfacimento di necessità attinenti alla loro attività principale.
Quindi, a patto di essere immatricolate, avere una targa da quadriciclo, che al volante ci sia un operatore abilitato e che i passeggeri indossino regolari cinture di sicurezza, nulla vieta la loro circolazione.
Il punto è che, considerato il numero di alberghi e di strutture ricettive presenti a Roma, la loro diffusione è diventata ormai un problema di ordine pubblico, che il Campidoglio non può vietare ma rispetto al quale, come annunciato dall’Assessorato alle Politiche della Mobilità della Capitale ed in assenza di un Regolamento comunale specifico, sono allo studio alcune misure restrittive, per limitare soprattutto la circolazione dei veicoli più grandi.
Già trasformata in una Disneyland ad uso e consumo dei vacanzieri, Roma nei prossimi mesi con l'inizio del Giubileo conoscerà un'ulteriore impennata delle presenze turistiche: un'enorme massa di persone che diventa, per chi lavora nel mondo dell'accoglienza e dell'ospitalità, un bancomat aperto H24, da cui attingere in continuazione.
Anche con le golf car.
E non si tratta di cifre irrisorie, tutt'altro: come rivelato da un operatore intervistato dal Messaggero, grazie alle tariffe che spaziano dai 65 euro a testa per un tour di un’ora e mezza condiviso con altre persone fino anche a 900 per un’esperienza di due ore e mezza per un gruppo di sei, il guadagno per ogni vettura supera i ventimila euro al mese, con possibilità di ammortizzare le spese per l'acquisto del veicolo e della sua gestione in pochissimo tempo, rientrare dall'investimento e iniziare ad accumulare cifre importanti sul proprio conto corrente.
A fronte di una richiesta in continua crescita, moltissimi tour operator (anche stranieri) si sono tuffati sull'affare per spartirsi la ricca torta, al punto che addirittura è diventato complicato trovare disponibilità di nuove vetture da acquistare e si ricorre al parco-veicoli dei più prestigiosi golf club della Capitale.
Insomma, dopo i gladiatori del Colosseo con cui farsi (a pagamento) un selfie ed i tentativi di vendere a sprovveduti turisti addirittura la fontana di Trevi (Totò, do you remember?), ora è il momento delle golf car; davvero a Roma non mancano occasioni per scatenare la creatività e fare buoni affari...