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Un mese di stop, o almeno di fortissima limitazione, agli spostamenti privati, non è bastato a rendere più salubre l’aria della Capitale: o, almeno, se non in piccolissima percentuale.
E così sono andare deluse le attese di quanti avevano previsto che lo smog si sarebbe dissolto come nebbia al sole: al contrario, i valori Pm10 e Pm2.5 presenti in atmosfera restano altissimi.
Lo attestano le centraline di rilevazione delle polveri sottili presenti sulle principali arterie di Roma, a conferma che l'inquinamento è imputabile solo in minima parte ai veicoli privati.
Nonostante da giorni la maggioranza delle vetture private siano ferme in garage o nei parcheggi sotto casa, i dati dell’Arpa non lasciano spazio a dubbi: gli ultimi dati disponibili indicano che su 13 centraline, ben 10 superavano i limiti giornalieri, vale a dire la soglia dei 50 microgrammi per metro cubo.
Una condizione comune a tutta la città, dai quartieri più popolari alle zone residenziali, che quindi porta inevitabilmente a chiedersi quale sia l’impatto sull’atmosfera generato dai mezzi del trasporto pubblico, dalle pattuglie della Polizia Municipale, dai veicoli che si occupano del ritiro dell’immondizia…