Roma: a giudizio i dirigenti che coprirono la buca killer

Roma: a giudizio i dirigenti che coprirono la buca killer
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Dopo un incidente mortale per un motociclista, fecero subito sparire la buca sull’asfalto responsabile dell’incidente. Ora saranno chiamati davanti al giudice
4 settembre 2018

Pensavano forse di essere furbi, come e più di mille volpi, e di poterla passare liscia: così, appena appreso che per colpa di una buca su via Salaria era morto un motociclista, diedero l’ordine di coprirla all'istante, quasi per nascondere l’evidenza ed allontanare ogni loro possibile coinvolgimento nella vicenda.

Siamo a dicembre 2016, e tutto accade ovviamente a Roma, città che con le tragiche conseguenze di un manto stradale compromesso come forse nessuna al mondo, fa quotidianamente i conti: una lunga fenditura sull’asfalto, da 90 per 60 cm e profonda un palmo, causa la caduta mortale di un utente su due ruote a poca distanza dallo svincolo del Grande Raccordo Anulare su via Salaria.

Poi, il miracolo: all'indomani dell'incidente, con sospetto tempismo, quella buca era già coperta, quasi che non fosse mai esistita.

Al suo posto un immacolato lembo d’asfalto, livellato e lucido come il pavimento in marmo del salotto di casa.

La particolare tempestività dell'intervento disposto dal Simu, il dipartimento Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana del Campidoglio, non è passata inosservato a chi è stato chiamato ad indagare sulla dinamica dell’incidente: anzi, ora è questo uno degli elementi alla base dell'accusa mossa nei confronti di due dirigenti dell'ufficio, rinviati a giudizio per omicidio colposo ed omessa manutenzione della strada, dal gup Tamara De Amicis.

Nel capo d'imputazione formulato dal pm Marcello Cascini nei confronti di Marco Domizi, dirigente dell'ufficio per la manutenzione stradale, e di Guido Carrafa, responsabile della manutenzione del terzo lotto, è tutto nero su bianco: "La colpa dei rei è dimostrata anche dal fatto che, subito dopo l'incidente, provvedevano al riempimento e corretto livellamento della buca”.

Inoltre, l’operazione di riparazione effettuata il giorno successivo, secondo l’accusa conferma che “mezzi, personale e materiale non mancavano prima del sinistro”.

A convincere il giudice a disporre il processo, anche le tante segnalazioni fatte dai Vigili Urbani sulle "numerose buche" presenti in quel tratto della Salaria, dirette a vari uffici comunali: tutte restate lettera morta, purtroppo.

Ricordiamo, infine, che "la manutenzione è dovuta d'ufficio", e spettava ai dirigenti preposti "anche a prescindere da eventuali segnalazioni sullo stato di pericolosità della strada”.
 

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