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Ennesima conferma di un simbolo di opulenza o velato richiamo ad una droga? La 69esima edizione del Festival di Sanremo ha visto l'esordio all'Ariston della trap, sebbene mischiata con il rock, con il brano Rolls Royce di Achille Lauro.
Il brano ha diviso l'opinione pubblica: da una parte c'è chi lo ha accusato di fare pubblicità ad una droga sintetica, l'ecstasy, chiamata in una certa variante proprio “Rolls Royce”, che viene spacciata sotto forma di una pasticca che raffigura proprio il simbolo della Casa britannica. E' anche vero che la famosa statuetta sul cofano delle Rolls si chiama “Spirit of Ecstasy”, ma non certo in quel senso...
«E' un richiamo ad una famosa frase di Marylin Monroe: “Se devo piangere preferisco farlo sul sedile posteriore di una Rolls-Royce che sul vagone di un metro”», ha spiegato Lauro per smentire le accuse dopo essere finito sotto il fuoco incrociato dei media, per quel ritornello che dà il titolo alla sua canzone in gara.
In cui si fa riferimento ad un altro status symbol a quattro ruote nella sua composizione: la Ferrari Testarossa bianca del film Miami Vice. La cosa curiosa è che esiste anche una pillola di ecstasy chiamata “Ferrari”, ma non sono questi gli unici brand a prestare involontariamente la propria immagine al mercato delle droghe sintetiche.
Esistono infatti pasticche di ecstasy con il logo di Tesla, ma anche di Mitsubishi, per citare quelle presenti sul mercato da più tempo e più popolari, ma anche di Audi, Bugatti, Maybach, Mercedes, AMG, Toyota, Porsche, Honda, Maserati o Volkswagen. C'è anche l'ecstasy Formula 1 e, per divagare in tema di due ruote, non mancano neanche Piaggio e KTM.
Stiano tranquilli però i costruttori, perché sono in buona compagnia. Tra le pillole di MDMA “brandizzate” ci sono anche Facebook, Chanel, Coca-Cola, Louis Vuitton, Lego, Rolex, Nespresso, Moncler, Red Bull, Dom Perignon o Warner Brothers per fare solo qualche esempio.
Ma perché delle pillole di ecstasy hanno un brand conosciuto stampato sopra? Per un semplice fattore di marketing, dicono diversi studi sul tema, tra cui del 2003 della DEA, il dipartimento statunitense per il contrasto alla droga. In soldoni, infatti, adottare un marchio famoso aumenta la riconoscibilità della pillola e di conseguenza può contribuire ad aumentarne la popolarità, oltre che a infondere una certa fiducia nel consumatore che inconsciamente tende a fidarsi di un marchio che apprezza e conosce, sottovalutando quindi la pericolosità della sostanza che sta assumendo.