Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Villa Erba e Villa D’Este a Cernobbio sono un must, senza tempo. Luoghi magici ben coccolati dal benessere e dalle risorse che fortunatamente qualcuno che parla tedesco mette, ogni anno, per far risplendere il top dell’automobilismo classico una settimana almeno, in maggio. Ci sono anche le due rote, vero, ma è come una simpatica pezza al gomito di certe giacche nello sguardo a un abito intero. Loro, i collezionisti amanti dell’auto classica super elitaria, quella che hanno solo loro e che si rivaluta sempre; loro che smaniano di farsi il fine settimana in full-immersion di stile glamour alla Lake of Como; come spesso negli ultimi anni si beccano la pioggia. Rischio grandine il sabato, auto ferme (come quasi sempre durante l’anno) al riparo nei box di Villa d’Este. Per fortuna c’è sempre tanto da ammirare anche senza il sole, lo sa persino Simon Le Bon, che viene pure lui qui a prendersi la stessa acqua che ha di norma in terra nativa, Hertfordshire.
Il sabato sera, tra ombrelli aperti, barchette che fanno spola tra Ville, cene a tema anni Venti ed esposizioni di ogni genere di bellezza, tecnica e umana… I malati degli affari a quattro ruote, quelli molto grossi (non dei poco raffinati britannici in serie TV) scaldano la tribuna dell’asta RM Sotheby’s. “Siamo al top” direbbe qualcuno leggendo l’elenco di automobili che passano con relativa quotazione. “Sono solo quasi il top” aggiungiamo noi, certe quotazioni. Quest’anno infatti nessun record assoluto per l’asta italiana, ma di milionate ne passano sul tabellone che, con sottofondo di rombo motoristico a volte poco equilibrato nella carburazione (aggiustateli voi certi motoroni pluricilindrici quasi centenari) tocca la punta singola di tre milioni e settecentomila euro per un totale di 19,8 milioni, sommando i vari lotti. La regina è una Ferrari, la seconda una Porsche (anche lei oltre i tre milioni). Entrambe sono bellissime auto aperte da gara degli anni Cinquanta, da coccolare insieme ai loro cavallini di Stoccarda (se pensate a un plurale errato, dovete leggere più spesso Automoto.it o ascoltare fino in fondo i nostri video sulle Porsche, ndr).
Ma il bello dell’asta è conoscere parlare con i collezionisti, che tra un drink e un'appunto sventolano il proprio cartellino, per accaparrarsi un'auto. Quasi tutti stranieri, cordiali anche se l'auto gli sfugge per poco (un poco che l'italiano medio ci si compra la Panda e va in vacanza con la famiglia). Soprattutto è coinvolgente ascoltare i battitori nel loro divertente lavoro, compiuto a suon di battute in ogni senso, parlando anche quattro lingue e usando ogni artificio o recita per alzare il prezzo di certi modelli. Negli intermezzi qualche presa in giro anche con i ragazzi a modo che guidano, o più spesso spingono per avviare, i gioielli a quattro ruote in vendita.
La scena migliore a fine asta: penultima auto, una Maserati 3500 GT del 1959, che RM vorrebbe piazzare oltre i duecentomila. Se la giocherebbero un paio di signori nella zona centrale della tribuna, ma la cifra non sale, sopra i 150K. Un banditore comprende e inizia simpaticamente a suggerire rialzi anche di pochi euro. Sorrisi e l’inusuale stare al gioco degli offerenti, persino alzandosi e scendendo in fianco all’auto.. La scaltrezza di chi impugna il martello in legno, porta a una lotta fitta con applausi ma spenta negli importi, fatta di 500, poi 750 e via fino a 50 euro. Che ridere: 50 euro dove si passano cifre a sei zeri, e loro si divertono “con niente”. Vicino ai 160mila, il francese smuove la cosa: +1000 euro, che sono ancora niente in questo ambiente. Lui gode del risultato e abbraccia il rivale, o l’interposta persona che fosse (molti si celano dietro al telefono che ha chi ci mette la faccia).
Anche questa volta il battitore ha fatto compiere parecchi rialzi di prezzo e venduto il ferro. Lo rivediamo poi alla toilette, soddisfatto e ridente, lui. Il pollice alzato dopo ogni battuta sulla sua scaltrezza e quella mano che batte ancora, verso l’alto “più su, ancora”, di soldoni da mettere in cassa, ma con simpatia. Quando si chiude l’asta ogni acquirente ha sorriso per alcuni secondi e provato il brivido dell’aggiudicarsi un’auto da pochi, si va a cena composti parlando di quell’auto senza badare troppo alle gentil dame molto raffinate presenti ad accompagnare. Lui invece, va alla cena con le medesime donne intorno osservando bene quei vestiti anni Venti e grazie al servizio quasi stellato si affoga senza pensieri di alcuna auto, lui; semmai gode davvero con cibo e alcool. Perchè a Cernobbio, da ospiti, ci si sposta passeggeri in barche o navette BMW e Rolls, fino oltre le due di notte!
L’auto che ha svettato per prezzo pagato a Cernobbio quest’anno, superando la splendida e ripetiamo splendida Porsche 550A Spyder da gara del 1957, è un’italiana, ovviamente. Auto ancor più rara e pregiata tecnicamente, quello va detto: 500 Mondial Ferrari, del 1954. Certificata da Ferrari Classiche, equipaggiata con motore, cambio e carrozzeria originali, l’auto ha corso in California negli anni '50, per la Scuderia Parravano. Soprattutto, è una delle sole cinque carrozzate PininFarina Spider con fari carenati. Vi interessa conoscere più la scheda tecnica, o la storia quel nome scritto in giallo, che pare pure un po’ in contrasto con i toni forzatamente iper-raffinati di Villa d’Este? Facciamo una sintesi della seconda. Antonio "Tony" Parravano guadagnò soldi come imprenditore nel settore immobiliare e nell'industria dei surgelati. Dicono che non amasse troppo pagar tasse al fisco. Per certo le sue scelte di come spenderli, quei soldi guadagnati, piacciono agli amanti delle auto sportive. Con la sua Scuderia ha fatto correre gente tosta, come Carroll Shelby, Phil Hill e Dan Gurney. Quei benedetti soldi che molti italiani oggi non hanno più come un tempo, a quel tempo di boom a lui giravano, negli USA. A tal punto che all’apice dell’impegno motoristico il “sciur Parravano d’America” possedeva tredici Maserati e undici Ferrari, in contemporanea!
Prodotta in autunno 1954, la 500 Mondial con numero telaio 0448 MD è la numero 12 costruita, delle 13 in totale prodotte con carrozzeria Spider. Una delle sole cinque con i fari carenati, disponibili solo in prima serie. È stata venduta nuova a Parravano nel 1954. La usarono per correre a Willow Springs, Palm Springs e Santa Barbara, con buoni piazzamenti e talvolta qualche guasto. Tony la vende nel 1957 all’amico Valesquez, che la porta in Messico giusto prima che l’ufficio tasse americano proceda nei suoi confronti: gli vengono ritirate le molte auto, poi vendute in un'asta organizzata dal governo USA. Dopo alcuni passaggi tra collezionisti e ritocchi tecnici, per farla correre ancora un decennio, solo di recente la 500 Mondial Spider è tornata a Maranello. È stata ispezionata e certificata, in seguito a ripristino completo di tutto quanto, mantenendo motore, cambio e carrozzeria originali.
1. Lot 148 1954 Ferrari 500 Mondial Spider €3,717,500
2. Lot 140 1957 Porsche 550A Spyder €3,380,000
3. Lot 135 1965 Aston Martin Short-Chassis Volante €1,805,000
4. Lot 125 1955 Fiat 8V Coupé €1,771,250
5. Lot 137 1931 Bugatti Type 50 Roadster €1,411,250
6. Lot 155 2016 Ferrari F12tdf €792,500
7. Lot 132 1961 Maserati 3500 GT Spyder €663,125
8. Lot 161 1966 Ferrari 330 GTC €556,250
9. Lot 120 2019 Aston Martin Vanquish Zagato Shooting Brake €511,250
10. Lot 140 1973 Porsche 911 Carrera RS 2.7 Touring €477,500