Ripartenza a 2 velocità per l’auto in Europa: la spinta francese migliore di quella italiana? PSA chiede allo Stato incentivi anche sulle usate diesel

Ripartenza a 2 velocità per l’auto in Europa: la spinta francese migliore di quella italiana? PSA chiede allo Stato incentivi anche sulle usate diesel
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Al FORUMAutoMotive ci si domanda se i governi facciano meglio a sostenere l’auto, come in Francia e tra poco Germania, o i mezzi alternativi, come per ora sembra fare l’Italia. Attesi incentivi anche per comprare un usato “fresco” termico puro, non solo nuove auto elettrificate
28 maggio 2020

L’Italia è “ripartita” anche se non del tutto e sono parecchi i problemi di mobilità, per i cittadini e di lavoro, per il settore automotive. Con le regioni ancora isolate e un settore rimasto in ginocchio, quello dell’auto e dei trasporti in genere. Mentre Milano “faro” innovativo d’Italia sperimenta le nuove ciclabili estese, con parecchie polemiche anche sui parcheggi e le carreggiate ristrette, la Francia di Macron vara un maxi-piano, da 8 miliardi, per la mobilità in accordo con i suoi colossi.

Tra poco sembra che anche la Germania si muoverà in tal senso, mentre in Italia, giustamente si discute. Si discute aggiungiamo noi, senza quegli interlocutori forti che erano una volta aziende come la Fiat tricolore o l’Alfa Romeo statale; senza pochi portatori di voce chiara per le esigenze di una società diversa tra piccoli centri e grandi capoluoghi. La tensione e le discussioni tra addetti ai lavori, sono incessanti pur con molti buoni propositi.

Dall’ultimo #FORUMAutoMotive, Gaetano Thorel, numero uno di PSA Italia, sottolinea come il piano francese da 8 miliardi parta da una visione, sapendo che il post Covid è elemento di discontinuità: “L’Italia ha l’opportunità di rinnovare un parco circolante che è il più vecchio d’Europa”. La proposta è un progetto di tre o quattro anni, non limitato alle auto nuove. “Basta includere anche quelle usate più recenti. Il piano potrebbe essere efficace, senza un costo per lo Stato, poiché l’auto genera rapidamente entrate per il fisco. Ma bisogna fare attenzione a non focalizzarsi solo sulle auto con la spina”.

Dal Comune di Milano, ricordano che fine 2019 oltre il 50% degli spostamenti in città avveniva usando il trasporto pubblico, oggi siamo sotto il 20%. I 35 km di ciclabili, che favoriscono anche i discussi monopattini, servono a tamponare una situazione inedita. In ogni caso, fino al 2030 almeno, i veicoli con motore Euro 6D anche diesel, non saranno inclusi nei blocchi alla circolazione. Il modello milanese per ora non esce dalla Lombardia verso altre grandi città, con Roma che mira a potenziare i trasporti pubblici, affiancando i bus turistici. Nella capitale le auto, con le moto, rappresentano il 58% degli spostamenti.

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Proprio quelle moto che, a differenza delle bici, non hanno ricevuto attenzioni e incentivi, per ora, nel Bel Paese. Eppure lo scooter, volendo elettrico, potrebbe essere un mezzo vincente nel post-covid. A proposito di aiuti governativi, non solo auto e moto sono a chiederli. Il mondo del car sharing e dei taxi è pronto a divenire con emissioni zero, se arrivano i supporti.

Insomma, la sensazione è che tutti abbiano le loro ragioni e, appena possibile, il Governo debba mettere in atto un piano di sostegno neutrale al settore dei trasporti privati, visto che quelli pubblici fanno i conti con il necessario distanziamento sociale e la sanificazione. Un piano che non sia mirato solo all’emergenza immediata o all’accontentare una parte, ma che guardi al medio termine di valore per le imprese, nazionali, del settore.

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