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Articolo aggiornato il 16 gennaio:
Lo sciopero dei benzinai del 25 e del 26 gennaio ha avuto conferma, nonostante l'incontro col Ministro Giorgetti. Domani 17 gennaio ci saranno nuovi incontri presso il Ministero con Adolfo Urso, Ministro per le imprese. Gli associati della categoria ritengono sproporzionate le multe da 6.000 euro per chi non esporrà i prezzi medi del carburante.
Il 25 e 26 gennaio le associazioni dei gestori dei benzinai avevano proclamato uno sciopero a seguito delle misure prese dal governo riguardo la trasparenza del prezzo dei carburanti nelle stazioni di servizio.
Lo sciopero era previsto dalle 19:00 del 24 gennaio alle 07:00 del 27 gennaio e secondo le ultime dichiarazioni, i gestori delle stazioni di servizio che aderiscono a Faib-Confesercenti, Fegica e Figisc-Confcommercio chiedono un incontro con il governo per fare il punto sulle misure appena prese.
“Per porre fine a questa 'ondata di fango' contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità, le associazioni dei gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della Categoria, su tutta la rete; di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio"
Come ben sappiamo, dal primo gennaio, lo “sconto” sulle accise che gravano sui carburanti non è più in vigore e in quest’ultimi giorni, il Presidente del Consiglio ha difeso le decisioni del governo e ha sottolineato che "col taglio delle accise non ci sarebbero stati altri aiuti".
Infine, in una nota delle tre organizzazioni, si legge:
“Il Governo aumenta il prezzo dei carburanti e scarica la responsabilità sui Gestori che diventano i destinatari di insulti ed improperi degli automobilisti esasperati. È stata avviata contro la categoria una campagna mediatica vergognosa. Quindi è stato dichiarato lo stato di agitazione su tutta la rete e lo sciopero contro il comportamento del Governo. Si preannuncia un presidio sotto Montecitorio. Vengono beatificati i trafficanti di illegalità che operano in evasione fiscale e contributiva e che sottraggono all'Erario oltre 13 miliardi di euro l'anno. L'impressione che la categoria ha tratto da questa vicenda è quella di un Esecutivo a caccia di risorse per coprire le proprie responsabilità politiche, senza avere neppure il coraggio di mettere la faccia sulle scelte operate e ben sapendo che l'Agenzia delle Dogane, il Mimit, e l'Agenzia delle Entrate hanno, già oggi, la conoscenza e la disponibilità di dati sul movimento, sui prezzi dei carburanti e sull'affidabilità delle comunicazioni giornaliere rese dalla categoria. E' un imbroglio mediatico al quale le organizzazioni di categoria intendono dare risposte con la mobilitazione dei gestori"