Rilancio: incentivi per la manutenzione? Ecco perché

Rilancio: incentivi per la manutenzione? Ecco perché
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Idea Autopromotec per favorire sicurezza ed efficienza e sostenere officine e filiera dell’aftermarket
27 luglio 2020

Incentivi per la mobilità elettrica “leggera”, incentivi per le nuove auto, incentivi per smuovere un mercato (e quindi una buona fetta dell’economia) messo in scacco dal lungo lockdown causa Coronavirus. E allora, perché non varare anche incentivi per la manutenzione e la riparazione?

E’ l’idea che propone l’Osservatorio Autopromotec, per il quale «Occorre tuttavia tenere presente che, come emerge da una recente indagine Doxa, il 58% delle famiglie italiane ha difficoltà ad arrivare alla fine del mese, mentre tre famiglie su 10 avrebbero difficoltà a reperire 2.000 euro entro un mese per affrontare una spesa imprevista, come ad esempio la riparazione dell’auto. In questa situazione, tenuto conto che il parco circolante è di quasi 40 milioni di vetture e che il rinnovo riguarderà in ogni caso una minima percentuale, occorre venire incontro alle esigenze di quei milioni di utenti che, anche con gli incentivi, non sono in grado di sostituire il veicolo».

Per gli analisti di Autopromotec «Sarebbe importante prevedere anche incentivi per la manutenzione e la riparazione di autovetture che consentirebbero alla grande maggioranza dei cittadini di mantenere in efficienza il proprio veicolo: questo intervento darebbe un grande impulso non solo alla sicurezza della circolazione stradale, ma anche all’ambiente. La promozione di incentivi per la manutenzione e la riparazione delle auto più vecchie in circolazione, poi, darebbe respiro alle centinaia di migliaia di dipendenti impegnati nel settore dell’aftermarket automobilistico e della riparazione, spesso impiegati in aziende di piccolissime dimensioni. Questo intervento potrebbe anche contribuire in modo efficace all’emersione del nero, pratica che danneggia la maggioranza delle aziende sane ed in regola. È auspicabile pertanto che il Governo, nel prossimo provvedimento, tenga conto anche di queste esigenze, ricordando che il settore automotive rappresenta da solo circa l’11% del PIL nazionale».

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