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Si aprono nuove frontiere della mobilità sostenibile, in Italia. Sulla falsa riga di quanto avviene negli USA, è adesso possibile riconvertire un veicolo mosso da un motore a benzina o diesel Euro 0, 1 o 2, trasformandolo in un'auto elettrica.
Dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale di lunedì 11 gennaio, il decreto trova attuazione. Il problema principale, prima di questa data, era rappresentato dall’assenza di norme tecniche specifiche e dagli elevati costi di conversione. Con tale legge, vengono messe le basi per utilizzare un kit composto da motore elettrico con convertitore di potenza, pacco batterie e interfaccia con la rete per la ricarica delle batterie, il tutto con una procedura molto simile a quella del montaggio di un impianto a Gpl o metano.
L’obiettivo dichiarato è quello di intervenire sul parco auto esistente, recuperando gran parte di quei mezzi che altrimenti finirebbero dismessi. «Il comparto dell'autoriparazione ha il potenziale per crearsi opportunità di lavoro e aprire ulteriori prospettive. Si potrà creare una filiera locale rilanciando anche i settori dell'elettromeccanica e delle carrozzerie. L'attività di 'retrofit' può essere svolta completamente all'interno di una singola autofficina, portandole valore aggiunto» spiega Severino Dal Bo, Presidente degli autoriparatori di Marca Trevigiana.
Confartigianato Vicenza e Confartigianato Marca Trevigiana hanno spinto per realizzare il progetto “Reborn – Trasforma la tua auto”, riconvertendo una Fiat Panda in un veicolo elettrico perfettamente funzionante, la quale ha circolato per Milano in occasione dell’Expo.