Riaccese le telecamere di Linate e ricorsi anti-multa respinti

Riaccese le telecamere di Linate e ricorsi anti-multa respinti
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Il comune di Milano ha riattivato la rilevazione delle infrazioni tramite le telecamere per le corsie riservate dell'aeroporto di Linate
8 maggio 2018

Il comune di Milano vince il secondo round sulle corsie riservate per l'accesso all'aeroporto. Da Palazzo Marino è stata riattivata la rilevazione delle infrazioni tramite le telecamere: il controllo degli accessi è ripartito in seguito alla sentenza del Tribunale che ha bocciato i ricorsi contro le multe. Tutto come prima quindi, compresi i sistemi elettronici di videosorveglianza sulle violazioni al codice della strada, sia l’attività di gestione dei flussi di traffico nelle corsie riservate per arrivare all’aeroporto di Linate. “Dopo uno ‘stop and go’ dovuto alle necessarie verifiche a valle della sentenza” del giudice di pace “che aveva messo in dubbio la gestione del sistema, avevamo fatto ricorso certi del giusto operato della polizia locale. Ora che il giudice” del Tribunale “ha stabilito la legittimità delle sanzioni, il sistema di controllo riparte”.

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Tutto risale al 2016, quando i proprietari di due auto hanno impugnato 29 verbali del 2015 per passaggio non autorizzato sulle corsie riservate a taxi, ambulanze e mezzi delle forze dell’ordine nell’area dello scalo aeroportuale di Linate. Il motivo del ricorso al giudice di pace? Sulle contravvenzioni, accertate dall’impianto di videosorveglianza e poi notificate dalla polizia locale di piazza Beccaria, ci sono le seguenti indicazioni di località: “Milano, località Linate partenze in corrispondenza Porta numero 4” oppure “Milano, località aeroporto Linate corsia partenze Porta 4”. Per i ricorrenti, il comune milanese si sarebbe appropriato indebitamente di un territorio appartenente ad altri comuni: Peschiera Borromeo e Segrate (sul cui territorio si trova giuridicamente il 95% dell’area).

In secondo grado, il ribaltone del Tribunale: multe valide e da pagare. “Nei 29 verbali”, si legge nel dispositivo, “risultano indicati con precisione il giorno, l’ora e la località nella quale la violazione è avvenuta”. Quindi, “i ricorrenti disponevano di tutti gli elementi necessari per individuare con precisione il luogo in cui avevano commesso le contestate violazioni.”. Inoltre, stando al Tribunale, il potere sanzionatorio in capo a Palazzo Marino deriva da un’ordinanza specifica dell’Enac: la numero 7 del 2015 assegna al comune di Milano la competenza per il rilevamento degli accessi vietati.

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