Revisioni auto: da maggio si cambia

Revisioni auto: da maggio si cambia
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Mancano un paio di mesi all’entrata in vigore delle nuove modalità per la revisione dei veicoli, studiate per evitare truffe e garantire maggior trasparenza
16 marzo 2018

Si chiama “certificato di revisione“ e vedrà ufficialmente la luce a partire dal prossimo 20 maggio: si tratta di un documento cartaceo che verrà consegnato al proprietario del veicolo sottoposto al controllo, contenente diverse informazioni sul mezzo, ad iniziare da quelli identificativi (numero di telaio, targa, categoria del veicolo, nazione di immatricolazione), luogo e data di revisione, data del successivo controllo tecnico o scadenza del certificato di revisione, nome di chi ha provveduto ad espletare le verifiche, firma o dati identificativi dell’ispettore responsabile del controllo, per proseguire con l’indicazione dei chilometri effettivamente percorsi e terminare con l’elenco di eventuali difetti riscontrati in sede di verifica, segnalati per livello di gravità ed il risultato del controllo tecnico.

Non si tratta di una novità di poco conto: come previsto dalla direttiva UE 2014/45, infatti, il certificato di revisione sarà utile perché, indicando il chilometraggio reale del veicolo, nei casi di compravendita la nuova prassi potrà tutelare il venditore del veicolo, in grado di dimostrarne l’effettiva usura, ed anche l’acquirente, protetto dalla cattiva abitudine di alcuni di scaricare il conta/km per indicare una percorrenza minore.

A tal proposito, ricordiamo che il decreto prevede una multa di 85 euro per quanti effettueranno operazioni di manomissione sul sistema di misurazione della percorrenza del veicolo.

Il resto della pratica di revisione resta inalterato, ad iniziare dagli intervalli di tempo, stabiliti in quattro anni dopo la prima immatricolazione del veicolo e ogni 24 mesi per i periodi successivi.

La nuova disposizione non inserisce limiti chilometrici, come pure in precedenza di era stato ipotizzato, e lascia inalterate anche le tariffe della verifica, stabilite in 45 euro se svolta in Motorizzazione e 66,8 euro presso i Centri convenzionati.

La direttiva sulle revisioni era già stata aggiornata a fine 2015, quando fu inserita, nel caso interventi in officine private, del controllo della vettura monitorato in tempo reale dalla Motorizzazione Civile, tramite il protocollo di comunicazione MCTC NET2, per evitare esiti favorevoli di revisione anche per veicoli non a norma, attraverso comportamenti non leciti.

Per i veicoli che non superano le prove di revisione sul certificato sarà presente la dicitura “Revisione ripetere – Da ripresentare a visita entro un mese”, espressione relativa ai soli veicoli che presentano difetti veniali da ripristinare entro 30 giorni.

Se poi le anomalie riscontrate fossero così gravi da compromettere la sicurezza del veicolo, sarà invece riportata la locuzione “Revisione ripetere – veicolo sospeso dalla circolazione fino a nuova visita con esito favorevole. Può circolare solo per essere condotto in officina”, ovviamente per effettuare le riparazioni necessarie e ripetere la prova.

Nel 2017, gli italiani hanno speso 2,95 miliardi di euro per controllare le proprie vetture presso officine specializzate, pari ad un +2,8% rispetto al 2016 quando la spesa si era attestata sui 2,86 miliardi di euro.

Tale cifra comprende il pagamento della tariffa per le revisioni, circa 950 milioni di euro (+1,9%), e il costo per le operazioni di prerevisione – le riparazioni necessarie per superare i controlli – pari a 1.997,3 milioni di euro (+3,2%).

Circolando con un veicolo non revisionato, ricordiamo, si rischia una sanzione amministrativa dai 168 ai 674 euro, importo che raddoppia nel caso in cui l’ispezione sia stata omessa per più di una volta.

Un modo per non dimenticare la scadenza di revisione e non farsi prendere alla sprovvista è iscriversi al Portale dell’Automobilista, sito gestito dal Dipartimento del Ministero di Infrastrutture e Trasporti che offre un servizio di notifica della scadenza via sms o e-mail, per essere avvisati in tempo sul termine da rispettare.

Infine, ricordiamo ancora una volta le conseguenze in campo assicurativo per la mancata ispezione del mezzo nei termini stabiliti dalla legge: in caso di incidente, il guidatore rischia la cosiddetta rivalsa, il diritto della compagnia assicurativa di richiedere al proprio assicurato le somme pagate nei confronti degli altri soggetti coinvolti nel sinistro.

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