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15.000 vetture Renault verranno richiamate e riportate ai corretti valori di emissioni. Lo ha annunciato il ministro dell'ambiente francese Ségolène Royal in seguito alla verifica che il 14 gennaio scorso ha condotto la polizia francese a perquisire alcuni stabilimenti del costruttore transalpino.
I controlli negli stabilimenti Renault Technical Centre di Lardy e Technocentre di Guyancourt sono stati avviati dall'agenzia per l'ambiente francese che ha dato incarico all'UTAC – l'autorità per le omologazioni francesi – di testare 100 modelli diversi (di cui 25 Renault) per verificare la loro corrispondenza tra emissioni certificate in sede di omologazione e quelle reali.
«Renault si è impegnata a richiamare un certo numero di veicoli, oltre 15.000, per fare dei controlli e modificarli correttamente, in modo che il sistema di filtraggio funzioni anche quando è molto caldo o la temperatura scenda sotto i 17 gradi, che è la situazione in cui il sistema non funzione più», ha spiegato il ministro ai microfoni della radio Rtl.
Le emissioni di CO2 e NOx superiori al consentito dei veicoli interessati verranno riportate ai livelli previsti dalle norme prima che siano messi in commercio, anche se ancora non è noto nel dettaglio quale tipo di modifica e quali siano nello specifico i propulsori interessati.
Dell'indagine avviata dall'esecutivo francese fanno parte anche altri costruttori. «C’è stato un sforamento delle norme sulla CO2 e sull’ossidio di azoto, ma non si tratta di frode e non esiste un software illegale per truccare le emissioni», aveva spiegato la Royal dopo il blitz negli stabilimenti Renault.