Renault e Nissan smentiscono le voci sulla rottura dell'Alleanza

Renault e Nissan smentiscono le voci sulla rottura dell'Alleanza
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Renault e Nissan negano le voci su un possibile divorzio riportate dal Financial Times
14 gennaio 2020

Renault e Nissan smentiscono le voci, riportate dal Financial Times, di un possibile divorzio: l'Alleanza, spiegano le due aziende, non è a rischio di rottura. «L'Alleanza è la fonte della competitività di Nissan - ha spiegato la casa nipponica in una nota diffusa alla stampa -. Attraverso l'Alleanza, con l'obiettivo di ottenere una crescita sostenibile e profittevole, Nissan cercherà di continuare ad ottenere risultati positivi per tutti i membri delle aziende coinvolte». 

Dal canto suo, il presidente di Renault, Jean-Philippe Senard, ha fatto sapere al quotidiano belga L'Echo che l'Alleanza è «solida, robusta, tutto meno che decrepita». I mercati non hanno certamente risposto in maniera positiva alle indiscrezioni sulle crepe interne all'Alleanza, accentuate dopo la fuga di Carlos Ghosn dal Giappone: il titolo della casa della Losanga nella giornata di ieri in Borsa ha toccato il valore minimo registrato negli ultimi sei anni. 

È andata pure peggio a Nissan, il cui titolo alla Borsa di Tokyo è sceso fino a giungere al valore più basso registrato negli ultimi otto anni e mezzo. Proprio Nissan era al centro delle indiscrezioni riportate dal Financial Times, che volevano la casa nipponica intenta a preparare i piani per la separazione da Renault, tra cui figuravano anche gli inevitabili cambiamenti nel consiglio di amministrazione del marchio. 

Non si tratterebbe in ogni caso di un divorzio semplice, visto che Renault detiene il 43% delle quote di Nissan, mentre la casa nipponica ha in suo possesso il 15% delle azioni della Losanga. È pur vero, però, che, dopo l'arresto di Carlos Ghosn in Giappone nel novembre 2018, la situazione finanziaria delle due case è peggiorata di pari passo con il deterioramento dei rapporti tra le due realtà. 

Uno dei nodi più complessi, spiegano fonti vicine alla vicenda a Reuters, è la divisione paritaria dei costi di ricerca e sviluppo: gli ingegneri di Nissan avrebbero una produttività del 40% superiore rispetto ai colleghi di Renault, e Nissan avrebbe richiesto un'analisi approfondita dei carichi di lavoro dei tecnici della propria azienda e di quelli di Renault, per evidenziarne la disparità. A complicare la situazione pensa anche la ricerca del CEO di Renault, con Luca De Meo apparentemente in pole position per la carica ricoperta al momento ad interim da Clotilde Delbos. 

Carlos Ghosn, dal canto suo, dopo la conferenza stampa in Libano ha parlato di nuovo con la stampa, fornendo altre dichiarazioni esplosive. In un'intervista concessa al quotidiano francese Le Figaro, l'ex numero uno dell'Alleanza Renault-Nissan rivendica il proprio diritto alla pensione. «Reclamo i miei diritti previdenziali: la mia uscita da Renault è una farsa», ha tuonato Ghosn. «Tutti conoscono le condizioni in cui mi sono separato da Renault: sono finito in carcere! Che io sappia, però, in Francia esistono un diritto e una giustizia». Ghosn è pronto a chiedere al tribunale di Boulogne-Billancourt un'indennità di 250.000 euro.

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