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E' da quando sono bambino che sogno di correre nei trofei Renault: ricordo come fosse ieri quelle Renault 5 Turbo che filavano sul
rettifilo di Monza in quella piccola TV che trasmetteva Gran Prix nel rigoroso silenzio della mia cameretta la domenica mattina. Altri tempi, altre macchine, ma la grinta e lo spirito dei piloti è evidentemente lo stesso d'un tempo: piedi pesanti, ottimo format, professionalità dei team ai massimi livelli e corse di 25 minuti che hanno la stessa intensità di una corsa sui 100 metri.
Una corsa pazzesca in cui, in quel di Imola, ho avuto la fortuna di essere tra i protagonisti con la Clio Cup 2017 del team Oregon: non una vettura qualsiasi, ma quella della Clio Cup Press League che corre sostanzialmente un campionato a sé alternando al volante i migliori giornalisti del mondo automotive nazionale. Un campionato in cui la qualifica fa punti come del resto la posizione in corsa in cui bisogna fare di tutto, come del resto nella normale Clio Cup, per cercare di arrivare prima degli altri: una missione che abbiamo quasi compiuto chiudendo il nostro personalissimo campionato in seconda posizione!
Ma andiamo con ordine e partiamo dal venerdì di prove libere: arrivo ad Imola e la macchina è davvero bellissima. 220 CV, poco più di 1.000 kg, cambio Sadev a sei marce, la Clio Cup sprizza aggressività e qualcosa mi dice che con lei ci sarà da divertirsi nei curvoni della pista emiliana.
Curvoni che però sin dai primi momenti mi sembrano ostili: l'assetto della vettura, infatti, è sin troppo nervoso e nei cambi di direzione è addirittura ingestibile. Saranno le gomme usate che si usano nei turni di prove libere, ma siamo ad un secondo e mezzo dalla vetta ed urge un cambiamento. Non solo per la posizione nella Press League ma anche per la corsa che ci attende l'indomani. Finisce la sessione di prove con diverse uscite di pista e passiamo al debriefing con i nostri ingegneri: prendono nota di tutto al team Oregon e la vettura per le qualifiche dell'indomani mattina alle 8.30 si presenta molto diversa. E' più morbida davanti, per fare in modo che il muso carichi di più le ruote anteriori in frenata ed inserimento, ma soprattutto è meno nervosa dietro grazie ad un minor angolo di convergenza.
Parte la sessione di qualifiche e già dal primo giro mi rendo conto che le modifiche funzionano: l'auto è decisamente più stabile e si può iniziare a spingere. Purtroppo fa freddo, siamo le prime vetture in pista ed il tracciato è molto scivoloso tanto che tutta la sessione si caratterizza per uscite di pista e bandiere gialle che impongono di abbassare il ritmo. I giri buoni alla fine del turno sono due/tre e nel mio unico giro lanciato taglio inesorabilmente la variante alta: mi viene giustamente tolto un tempo che fino a quel momento (1 km
dall'arrivo) era ad un solo decimo dalla pole. Peccato: chiuso la sessione sesto ad un secondo e sette dal primo quando potevo tranquillamente partire secondo o terzo in griglia. Un errore clamoroso ed un vero peccato: sesto non è male, soprattutto considerando che i partenti sono 19, ma sapere di avere il potenziale e non essere riuscito a sfruttarlo al meglio mette tutt'altro che di buon umore. Ci prepariamo per la corsa, inizio a guardare chi sono i piloti che ho attorno in griglia e mi rendo conto che lo start sarà molto difficile: il livello dei piloti è elevatissimo e qualcosa mi dice che venderanno cara la pelle.
Ed in effetti è così: Danetti da dietro sorprende tutti partendo benissimo ed al Tamburello vengo tamponato da un avversario. Un avvisaglia importante che mi apre gli occhi sul fatto che bisogna spingere sin dal primo momento. Mi sbarazzo di "Due" alla Tosa e mi metto all'inseguimento del gruppetto di testa. Nel frattempo dalle retrovie sopraggiunge il bravissimo Jelmini e mi incollo alla sua coda: con lui ci sbarazziamo di Danetti e ci lanciamo all'inseguimento di Poloni (4). Jelmini lo passa velocemente mentre per me inizia una dura battaglia senza esclusioni di colpi: sento di avere un passo superiore, ed in effetti la tabella dei tempi lo dimostra, ma purtroppo dopo ogni sorpasso commetto dei piccoli errori che mi costringono a lasciare strada al pilota bergamasco. La sfida si fa sempre più ardua ed uscendo dalla variante alta (la stessa dell'errore della mattina in qualifica...) mi dimentico di riavvicinare le pastiglie dei freni ai dischi dopo il passaggio sui cordoli: arrivo alla staccata della Rivazza convinto di poter avvicinarmi a sufficienza per preparare poi il sorpasso al Tamburello ma, purtroppo, il freno anteriore destro non "morde" come quello sinistro e mi ritrovo con l'auto che sovrasterza in ingresso senza possibilità di essere ripresa. Il contatto è inevitabile e l'incolpevole Poloni è costretto al ritiro mentre io cerco in qualche modo di uscire dalla sabbia: mi spiace moltissimo per il mio avversario ed allo stesso tempo cerco di avviare velocemente il motore della mia Clio Cup, inesorabilmente spento. Dopo alcuni secondi il 1.6 turbo si riavvia e riesco a ripartire ma due avversari prendono la mia posizione. Chiudo la corsa sesto con un grande amaro in bocca e con una arrabbiatura non indifferente da parte del box di Poloni, forse non a conoscenza del problema tecnico che mi ha "colpito" in quella staccata.
Chiudo in seconda posizione la Clio Cup Press League 2017, dietro al bravissimo Faccin (secondo al Mugello) ma sono molto seccato per il risultato della qualifica e della gara: il mio passo in qualifica ed in gara era da podio e lascio l'autodromo di Imola con l'amaro in bocca per un risultato positivo per una "wild card" ma non in linea con il potenziale che noi ed il team abbiamo dimostrato di avere. Chiudo questo report di gara ringraziando moltissimo Renault Italia per l'invito a questo fantastico Trofeo, mi scuso nuovamente con l'incolpevole (e bravo) Poloni per l'incidente e sono felice per il secondo posto nella Clio Cup Press League. Titolo che il prossimo anno voglio vincere dopo il terzo posto dello scorso anno!
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