Referendum trivelle 17 aprile: tutte le informazioni

Referendum trivelle 17 aprile: tutte le informazioni
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Le ragioni del SI, le ragioni del NO, le leggi interessate e le conseguenze di un referendum molto importante per l'ambiente e per il futuro energetico dell'Italia
21 marzo 2016

Trivelle sì, trivelle no? Non è proprio questo il quesito del referendum sulle trivellazioni che domenica 17 aprile 2016, dalle 7.00 alle 23:00, chiamerà alle urne 47.212.590 elettori italiani e altri 4.029.231 nostri connazionali residenti all'estero.

Si tratta di un quesito un po' più complesso rispetto a come viene spesso presentato dai due fronti, quello del SI e quello del NO. Voluto da nove regioni che si affacciano sul mare (Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto) e che temono per le conseguenze sull'ambiente e sul turismo, il quesito riguarda l'abrogazione della norma introdotta con l'ultima legge di Stabilità il comma 17 dell'articolo 6 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 “Norme in materia ambientale”) che consente alle società petrolifere la ricerca e l'estrazione di gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalla costa, senza limiti di tempo alla durata delle concessioni, cioè sino all'esaurimento del giacimento.

Il quesito

Il testo del quesito è: «Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?».

Quindi, non si tratta di abolire le trivelle come spesso si sente dire, ma di fermare progressivamente gli impianti che oggi rientrano nelle 12 miglia marine dalle coste ciascuno alla scadenza della sua concessione. In pratica con la vittoria del SI si abolirebbero le proroghe. 

Le nuove attività di ricerca ed estrazione entro le 12 miglia, invece, sono già vietate dalla legge, mentre rimangono consentite senza limitazioni le ricerche ed estrazioni sulla terraferma e in mare oltre le 12 miglia. 

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Le concessioni in Italia

Ad oggi in Italia vi sono 35 concessioni per l'estrazione di idrocarburi, di cui 3 inattive ed una in sospeso fino alla fine del 2016. In totale sono 79 le piattaforme e 463 i pozzi presenti tra Mare Adriatico, Mar Ionio e Canale di Sicilia.

Di queste, 9 concessioni (per 38 piattaforme) sono scadute o in scadenza ma con proroga già richiesta; le altre 17 concessioni (per 41 piattaforme) scadranno tra il 2017 e il 2027. Oggi le concessioni hanno una durata di 30 anni e sono prorogabili di 10 e poi di altri 5 anni. 

Se vince il SI, se vince il NO

In caso di vittoria del SI non saranno più rilasciate concessioni per le attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi entro 12 miglia dalla costa e i pozzi continueranno ad essere attivi fino alla scadenza delle attuali concessioni. In caso di vittoria del NO o del mancato raggiungimento del quorum (il 50% degli aventi diritto +1 elettore) i pozzi petroliferi potranno continuare la loro attività e proseguire fino ad esaurimento del giacimento.

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