Recessione solo nostrana? La Germania nel 2019 crescerà meno per il terzo anno di fila

Recessione solo nostrana? La Germania nel 2019 crescerà meno per il terzo anno di fila
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PIL a +1%. Rispetto allo scorso trimestre le stime tedesche sono riviste al ribasso, quasi dimezzate. Ennesimo ridimensionamento nella patria dell’auto premium
1 febbraio 2019

Italia in recessione? Numeri del PIL tricolore e aggettivi (la recessione solo “tecnica”..) inventati? Anno bellissimo o forse no, tutto grigio per l’economia italiana? Beh, prima di dannarsi meglio razionalizzare e agire ricordando che i tedeschi, non è che viaggiano a velocità certificata tanto superiore. Anzi, proprio in questi giorni gli enti governativi della Germania hanno ridotto all’1% la loro stima di crescita del PIL: valore più basso dal 2013 per quella che è patria dei grandi marchi premium di auto, prima che economia maggiore dell’Unione.

Certo, la situazione del lavoro e delle finanze in generale per i tedeschi è comunque di quelle positive, invidiabili, ma hai voglia a dire che la loro industria è imbattibile a metterci giù il morale, a noi italiani. Forte l'industria tedesca con i suoi numeri, quello sì, anche mentre mezza Europa sta galleggiando a pelo d'acqua, ma il passato recente non basta a renderla inscalfibile, in prospettiva futura, quando gli equilibri cambieranno e, invero, stanno già cambiando per tutto l’automotive.

Ecco allora che anche le grandi Case tedesche, parte dell’economia nazionale, subiscono anche loro. Subiscono le perturbazioni internazionali come tutte le industrie ma anche i costi propri, dei nuovi vincoli sull’inquinamento delle loro auto che, in sostanza, sono divenute, senza preavviso, vittime di un’onda negativa lunga: molto meno profittevoli di quanto previsto.

Sempre in tema di nazioni europee legate all’industria automobilistica, dopo quella tedesca dei gruppi BMW, Daimler e Volkswagen, è di certo quella francese, la nazionalità più rappresentativa, con i gruppi Renault e PSA. I cugini se la cavano meno peggio, nonostante i tumulti sociali e le loro diatribe politiche, ma non grazie all’auto. Il 2018 chiuso con crescita PIL dell’1,5%, comunque ridimensionata rispetto al 2017, è figlio più delle esportazioni concluse nei mesi recenti per mezzi privi di ruote a terra, ovvero quelli navali ed aeronautici.

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