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Saranno circa 1.200.000 gli italiani che nel 2019 pagheranno un premio RC Auto più alto. Tanti sono infatti quelli che hanno denunciato alla propria compagnia nel corso del 2018 un sinistro con colpa e di conseguenza perderanno una classe di merito.
Secondo un'analisi di Facile.it si tratta di un dato in diminuzione di circa il 10% rispetto al 2017 (quando ad aver denunciato sinistri con colpa erano stati il 4,22%), pari al 3,83% su un campione di 500.000 automobilisti.
Fra gli uomini hanno denunciato sinistri con colpa solo il 3,55%, mentre tra le donne la percentuale è più alta, pari al 4,33%. L’età media degli automobilisti che vedranno peggiorare la propria classe di merito è pari a 46 anni, mentre per i più giovani (da 18 a 30 anni) la percentuale di denunce è di solo il 2,03%, quasi dimezzata rispetto alla media nazionale.
Leggendo i dati in base alla professione dichiarata in fase di preventivo, emerge che sono i pensionati gli automobilisti meno prudenti: tra loro, il 4,46% vedrà un aumento delle tariffe RC auto a causa di un incidente con colpa.
Seguono gli impiegati (4,26%) e gli insegnanti (4,21%). Valori sopra la media nazionale anche per il personale medico (4,18%, percentuale in calo rispetto allo scorso anno, quando occupavano la prima posizione in classifica con il 5,03% e i liberi professionisti (4,13%). Nessuna novità, invece, rispetto alla classifica degli automobilisti più virtuosi: stabili nelle prime posizioni gli ecclesiastici (2,23%) e le forze armate (2,49%).
La regione che ha registrato la percentuale più alta di automobilisti che hanno denunciato all’assicurazione un sinistro con colpa che farà scattare l’aumento delle tariffe RC auto è la Liguria (5,09%). Seguono nella classifica il Lazio, dove il 4,95% degli automobilisti vedrà un aumento delle tariffe assicurative, le Marche (4,87%) e la Toscana (4,87%). Guardando la graduatoria nel senso opposto, i valori più bassi sono stati registrati in Molise (1,13%), Calabria (1,52%) e Basilicata (1,53%).
Rispetto allo scorso anno, tutte le regioni hanno registrato valori in calo, ad eccezione della Valle d’Aosta dove la percentuale è passata dal 2,70% al 3,23%. Le regioni dove invece le percentuali sono calate maggiormente sono l’Umbria (passata dal 6,22% al 4,53%), la Basilicata (da 2,76% a 1,53%) e il Friuli-Venezia Giulia (da 4,39% a 3,32%).