Rapporto ANIASA 2018, Un’ auto nuova su quattro è a noleggio: avanza la sharing mobility

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Cifre interessanti dagli studi su Autonoleggio e Servizi: quasi un milione i veicoli “condivisi” sulle strade italiane, in gran parte ancora diesel; ma i privati conoscono davvero a sufficienza i servizi di noleggio auto? Non ancora
31 maggio 2018

Quelli di ANIASA, che in Confindustria rappresenta i servizi di mobilità, fino a oggi per molti automobilisti italiani potevano essere visti come studi riservati unicamente al mondo aziendale, B2B, ma se ci si prendono alcuni minuti per leggere il 17° rapporto, quello appena divulgato, si trovano informazioni fondamentali anche per i privati che l’auto in Italia la guidano o possiedono a titolo personale. I tempi e la mobilità cambiano, la seconda come non mai e forse meglio capirne di più allora, con i numeri piuttosto che con le chiacchiere. In estrema sintesi, secondo l’Associazione e i validi studi dalla stessa commissionati, il noleggio ha un ruolo importante come mai sinora per l’auto, pur se manca ancora una piena conoscenza dei servizi e di come fruirne al meglio, per la grande utenza.

Numeri dell’ultimo decennio alla mano, per le immatricolazioni, si vede come viaggia spedito il percorso della mobilità da pura proprietà, a più semplice uso dell’auto, ovviamente ancora endotermica. La flotta di veicoli a noleggio o in sharing, sulle strade nazionali ha quasi raggiunto quota un milione. Diversi ma tutti in crescita i vari fronti: quotidianamente 790.000 persone utilizzano servizi di noleggio a lungo termine, 94.000 a breve termine, dove conta maggiormente il costo e tanto passa dal canale diretto, oltre 19.000 invece il car sharing, soprattutto per grandi metropoli. Da ANIASA e dalle parole del presidente Massimiliano Archiapatti, da noi intervistato, un richiamo per il prossimo Governo: “Adeguare un quadro normativo ormai inadeguato alle mutate condizioni di mercato, con positive ricadute per lo sviluppo economico e turistico del Paese”.

Il presidente ANIASA
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“Stiamo vivendo un cambiamento epocale nella mobilità del nostro Paese, guidato da tre elementi chiave: condivisione, connettività e sostenibilità prosegue Archiapatti – un’evoluzione che testimonia il nostro nuovo modo di muoverci e che sta accompagnando gli italiani verso un utilizzo più intelligente dell’auto, verso forme di mobilità a consumo. Un Codice della Strada ancorato a una mobilità anni ’80 che non contempla la sharing mobility, rischia di frenarne la diffusione. È fondamentale un cambio di marcia, anche promuovendo motorizzazioni più ecologiche e reti infrastrutturali di connessione, che facilitino spostamenti e trasporti a beneficio del sistema Paese”.

Noleggio oltre quota 20%

Nel 2017 il settore del noleggio ha fatturato oltre sei miliardi di euro, ma soprattutto il volume d’immatricolazioni incide per ben il 22% sul mercato nazionale. Valori che nel 2018 non sono solo confermati ma anche crescenti: per la prima volta il settore è arrivato al 27,5% dell’intero mercato, oltre un’auto su quattro è immatricolata a noleggio. Dobbiamo certo considerare che il super-ammortamento ha visto protagonista tutta l’auto aziendale e si ritorna da quest’anno a un regime di tassazione penalizzante, rispetto ad altri Paesi europei, ma sono anche domanda turistica e nuova clientela nell’area delle micro imprese e dei professionisti, a spingere la crescita tricolore, senza dimenticare il noleggio mid-term (da un paio di mesi a un anno). In sostanza grazie a servizi, risparmi e vantaggi gestionali, il noleggio sta sostituendo in molte aziende l’acquisto e il leasing finanziario.

Car sharing: 7 km in mezzora

Ci sono opinioni discordi circa il fenomeno del car sharing in Italia, ma sostanzialmente lo scorso anno queste attività hanno registrato una crescita di utenti, sia iscritti (1.300.000, +21%) sia realmente attivi (820.000 con almeno 1 noleggio negli ultimi sei mesi). Ovviamente Milano e Roma sono le città in cui l’auto condivisa è più diffusa, rispettivamente, con 3.100 e 2.100 vetture in flotta, seguite da Torino e Firenze. Se il parco veicoli dei principali operatori è cresciuto di circa 500 auto, quello che si nota lato utenti è invece il fenomeno del “multi-tessera” (ogni utente possiede quasi tre tessere) coerente alla fase di sviluppo di questo servizio. Utente che tipicamente è uomo, ha trentasei anni e utilizza omogeneamente il servizio (giorni della settimana e fasce orarie senza distinzioni) per una durata media di trentuno minuti, percorrendo circa 7 km. Tra chi auspica un cambiamento del CdS favorevole a regole nuove e uniformi per le auto condivise (vedasi posti parcheggio nei punti di interesse di ogni comune) e anche una fiscalità ridotta (es. da 22% a 10%) ovviamente i rappresentanti ANIASA della sezione Car Sharing, da noi intervistati come potete ascoltare nel video qui proposto. In questo senso, se molti automobilisti italiani possono vedere il fenomeno come lontano, perché non li tocca non avendo le stesse necessità e i limiti di chi abiti a Milano (tanto per citare quella per qualcuno definita la “regina” dello sharing a livello Europa) basta chiedere a chi viva in piena provincia ma vi si debba recare almeno qualche volta ogni mese, su capoluoghi “difficili” per il traffico, le ZTL e il costo di parcheggio (a trovarlo, ndr) come i quattro citati: a nessuno dispiacerebbe avere stalli di auto in sharing pronte uso già sui confini dei comuni limitrofi alle grandi città.

Le alimentazioni delle auto in flotta noleggio: per maggioranza ancora diesel
Le alimentazioni delle auto in flotta noleggio: per maggioranza ancora diesel

Ecologia & Sicurezza

È logico rilevare che al crescere della flotta di veicoli a noleggio, ci sono benefici per la sicurezza ritrovando veicoli di ultima generazione sulle strade, correttamente manutenuti e spesso dotati di sistemi di assistenza alla guida. Per l’ecologia il punto si fa altrettanto serio, nel senso della discussione, perché da mesi su queste pagine riportiamo dichiarazioni di nostri intervistati (da UNRAE a Federauto, piuttosto che vari esponenti incontrati all’ADD 2018) all’unisono nel chiedere un ringiovanimento del parco auto nazionale. Se aumenta la fetta delle flotte, potrebbe migliorare la sostenibilità ambientale dell’auto? Secondo uno studio del Centro Studi Fleet&Mobility, le vetture in locazione oggi possono contare su emissioni ridotte rispetto a quelle del parco circolante nazionale, tra i più anziani d’Europa (per un quarto fatto da ante-Euro3): meno della metà se a benzina e due terzi se diesel, in meno di monossido di carbonio, il 50% in meno di ossido di azoto e -70% di idrocarburi incombusti.

Resta onestamente da capire il fenomeno, palese secondo i numeri divulgati dallo studio ANIASA, per cui il teorico circolante Euro0 che tanto si cita e pesa in queste percentuali, ha un tasso di sostituzione da anni bassissimo, sotto l’1% annuo, a fronte di volumi (formali) sempre elevati: di questo passo pur contando 700/800mila auto storiche da non perdere, quanto ci metteremmo a sostituire le rimanenti tre milioni di vetture? Forse qualcosa non quadra, forse le auto quando non sono in movimento non inquinano e le polveri sottili non escono solamente dallo scarico, pur se i motori sono accesi (vedasi gomme, freni e strada) ma lo spunto polemico esula il discorso dei noleggi.

Il ciclo di vita del noleggio, in Italia crescente
Il ciclo di vita del noleggio, in Italia crescente

Noleggio ai privati

Avvalendosi di grandi economie di scala, ovviamente a proprio beneficio in primis, gli operatori del noleggio offrono sempre più servizi di mobilità a costi contenuti anche per le famiglie. Secondo un’analisi condotta da Bain & Company, sono oltre 30.000 i privati che hanno già scelto di rinunciare all’auto in proprietà. Questione di economia e incentivi, ci viene a questo punto da considerare, a margine dell’incontro dove un grande ente e operatori nati per B2B, avvicinano anche i piccoli automobilisti e pensando ai privati, che hanno sete di punti certi, sia tecnici, sia finanziari in questa fase di cambiamenti. Ne parliamo separatamente a questo link, dove i punti di domanda per molti italiani sono logici: acquistare ancora un’auto diesel nel 2018, con il dubbio della sua rivendibilità, per quanto si dica sia ecologica? Timori per la quotazione da usata e i futuri limiti di uso? Allora perché non pensare al noleggio tutto incluso, se lo spiegassero meglio?

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