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Quasi un milione di motori "truccati" con i cosiddetti "defeat device": è questa l'accusa che il Ministero della Giustizia americano ha contestato a Cummins, il fornitore di motori diesel di Stellantis che equipaggiano la maggior parte dei pick-up RAM fino al 2023; una sanzione che l'azienda americana ha accettato di pagare allo stato della California a fronte della violazione del Clean Air Act, stabilendo un piccolo record (in negativo): è la multa più salata mai fatta pagare in California e la seconda al mondo per reati legati all'inquinamento (la prima è tutt'ora quella da 21 miliardi di dollari fatta pagare a BP per il disastro della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon).
Il numero degli esemplari del RAM 2500 e 3500 convolti è enorme: 630 mila dal 2014 al 2019 e altri 330 mila dal 2019 al 2023, per un totale di 960.000 unità (circa un decimo delle auto coinvolte dal Dieselgate, che è stimato attorno agli 11 milioni). Nelle indagini preliminari del Dipartimento di Giustizia, i defeat device possono aver consentito le emissioni da parte di questi motori di "migliaia di tonnellate di ossidi di azoto" che sono ritenuti molto nocivi per la salute. La Cummins da parte sua ha annunciato un richiamo per alcuni esemplari con una spesa attorno ai 58 milioni di dollari ma che il risanamento completo costerà più di due miliardi di dollari, però "non ci sono prove che ci sia stata cattiva fede o errori".
Un defeat device è un "trucco" al motore per modificare il valore delle emissioni di CO, HC, NOx e particolato durante i test di omologazione e oggi è costituito in pratica da linee di software di programmazione delle centraline che rilevano (in base a mappature "chiave") quando si trovano in una condizione di test e adattano il funzionamento del motore per rispettarne i limiti. In tutte le altre situazioni il complesso motore-scarico-filtri non controlla in modo stringente i gas allo scarico, cosa che in genere porta un vantaggio nelle prestazioni. La storia dei defeat device è piuttosto vecchia: la Ford era stata multata negli anni '70 per aver aggirato le norme con un meccanismo semplice ma geniale, a suo modo: se la centralina rilevava che il motore era in moto a cofano aperto (per mezzo di un semplice interruttore, tipica situazione di prova su un banco a rulli) riduceva le emissioni. Altri defeat device erano sensori di temperatura che escludevano il sistema di filtri quando, per esempio, il motore era sottoposto a forti carichi come l'uso dell'aria condizionata.