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Nocera Umbra, 28 Settembre 2019. Nido dell’Aquila Rally. Quarta e penultima prova dell’interessante stagione del Campionato Italiano Rally Terra. Oddio, più interessante sulla carta che, poi, nei fatti. Vince Stephane Consani e ad aggiudicarsi il Titolo, quattro delle… quattro Prove sin qui disputate è proprio il francese, Consanì con l’accento accento sulla “i” anche se le origini sono inequivocabili, bravissimo, che così chiude in anticipo la questione di assegnazione del Titolo. A punteggio pieno il francese potrà esserci oppure no all’appuntamento conclusivo in Toscana per il Tuscan Rewind Rally di fine Novembre prossimo. Dipende se vorrà puntare a un record, per esempio l’en plein, o farsi acclamare alla passerella dell’ultima anche del CIR, oppure se il Titolo gli basta. Il più e il meglio è fatto e la Stagione va in un certo senso in archivio, anche se resta inteso che il Rewind sarà l’arena da cui uscirà il nome del vice, visto che Marchioro, Scandola e Andreucci, nell’ordine all’uscita dal Nido dell’Aquila, restano in lizza per la seconda piazza.
Dopo aver vinto Adriatico, Sardegna “una-volta-e-mezzo” e San Marino, Stephane Consani è risalito sulla Skoda Fabia R5 con Thibault de la Haye e ha rimesso tutti in fila anche al Nido dell’Aquila. Quasi tutti perentoriamente. Consani ha infatti vinto metà delle sei prove speciali, più precisamente tutte quelle di primo giro del Rally, e in qualche modo contenuto il ritorno “prudente” di Palo Andreucci che, partito “leggero”, ha vinto le prime due del secondo giro ma poi ha “levato” quando ha visto che non sarebbe riuscito scavalcare il francese nell’ultima, molto bella Monte Pennino, la più lunga della Corsa con oltre 15 chilometri al crono.
Due volte primo, due secondo e due terzo Andreucci, che all’avventura estemporanea dell’Italiano Terra si è presentato con Rudy Briani al sedile di fianco, è stato allo stesso tempo una conferma e una sorpresa.
Unico a contendere a Consani il primato Andreucci, che corre grazie al supporto decisivo di Peletto, Fiamm, Tomei Nautica Service, Sparco, ha ritrovato rapidamente il confort dei… suoi panni della festa e sfoderato ancora una volta la classe che ne ha contraddistinto la irripetibile carriera. Ricordiamolo: interrotta all’apice! Ben assecondato dalla Peugeot 208 T16, che anche nella declinazione di Maranello Corse resta la Vettura indissolubilmente legata ai suoi successi e alla Storia, Andreucci ha riproposto i temi del suo repertorio senza apparenti appannamenti.
Ai margini della partita tra Consani e Andreucci, Umberto Scandola con la Hyundai i20, terzo a mezzo minuto e indubbiamente penalizzato dall’ordine di partenza che lo vedeva “apripista”, e Simone Campedelli, con la Ford Fiesta R5, attardato da problemi di motore e da una foratura, solo sedicesimo e comunque vincitore dell’ultima Monte Pennino.
Bene Francesco Fanari, 4° con Pietro Ometto su una Skoda, problemi ai freni per Marchioro e Marchetti sulla Fabia 5a classificata, sesto Mauto Trentin, in corsa con Alice de Marco sull’ennesima Skoda, che era il Campione in carica della Serie.
Sulla carta doveva essere una stagione decisamente combattuta. Sulla griglia di partenza del Campionato si erano schierati, tra gli altri, Umberto Scandola, Simone Campedelli e Paolo Andreucci. Traslazione quasi perfetta ed evocativa delle vicende dell’Italiano assoluto degli ultimi anni, con ritorno, sempre parziale, del protagonista assoluto, Paolo Andreucci.
Ecco, direi che l’unico che si è degnato di non disattendere le attese è stato proprio il “vecchio leone”, presente e vivace, attualissimo “souvenir” di sé stesso.
Quindi sentiamolo, il nostro Campione, così ci aiuta ad annaffiare un poco il prato dell’Italiano prima che secchi.
Paolo Andreucci. “La Gara è andata decisamente bene. Peccato che abbiamo “lisciato” la vittoria. Appena cinque secondi, ma pazienza, c’è di che essere soddisfatti. L’importante era saper tenere e imporre un bel ritmo, visto che io ormai non corro più tempo pieno e che la nostra Macchina non è più sviluppata. Diciamo che c’ho messo un po’ a inserirmi in gara, e così ho perso qualcosa nelle prime due Prove. Poco ma, alla fine, abbastanza. Per la verità all’inizio avevo anche un po’ di paura di bucare, c’erano dei sassi niente male lungo il percorso, e invece le strade sono andate addirittura migliorando, così… giù il piede. Il secondo giro è stato molto bello, e siamo andati benissimo. Abbiamo tirato fino all’ultimo, poi abbiamo “levato” un pelo quando, dal responso degli intertempi, abbiamo visto che a circa tre chilometri dalla fine eravamo praticamente alla pari con Consani. Finale tutto in salita, abbiamo capito che sarebbe stato impossibile recuperare quei tre secondi che ci separavano alla vigilia e abbiamo chiuso lì la partita, quindi perdendo un altro paio di secondi. bravo Consani, è stato bravo e ha fatto davvero un bel Campionato. Ecco da dove scaturisce un bilancio pienamente soddisfacente. Siamo contenti, bella gara, bel ritmo, Team impeccabile e, in fondo o in cima, vedi te, bel risultato!”
Foto: Giuseppe di Gesù
1. Consani-De La Haye (SKODA FABIA) in 48'00.7; 2. Andreucci-Briani (PEUGEOT 208) a 5.4; 3. Scandola-D'Amore (HYUNDAI I20 New) a 30.7; 4. Fanari-Ometto (SKODA FABIA 1600) a 48.0; 5. Marchioro-Marchetti (SKODA FABIA R5) a 1'04.7; 6. Trentin-De Marco (SKODA FABIA) a 1'08.9; 7. Ricci-Biordi (HYUNDAI I20 New) a 2'19.2; 8. Cobbe-Turco (SKODA FABIA R5) a 2'34.2; 9. Novak-Cevc (SKODA FABIA VR5) a 3'01.5; 10. Versace-Caldart (SKODA FABIA) a 3'04.0; 11. Squarcialupi-Squarcialupi (FORD FIESTA) a 4'07.2; 12. Silvestri-Guerretti (MITSUBISHI LANCER EVO IX) a 5'22.3; 13. Madella-Onorati (FORD FIESTA) a 7'57.8; 14. Epis-Giatti (PEUGEOT 208) a 8'19.5; 15. Coti Zelati-Bonaiti (CITROEN DS3) a 8'33.0; 16. Campedelli-Canton (FORD FIESTA) a 8'36.1; 17. 'Barone Jr.'-Righetti (PEUGEOT 208) a 8'53.5; 18. Matteuzzi-Piazzini (PEUGEOT 106 S16) a 10'42.5; 19. Bardin-De Salvador (MITSUBISHI LANCER EVO IX) a 11'54.3; 20. Cagni-Palu' (RENAULT CLIO RS) a 13'09.7; 21. Scapin-Crosilla (PEUGEOT 207) a 13'41.6