Rally-Raid. Rally Andalusia. Vittorie di Ken Banavides, Honda, e Al Attyah, Toyota

Rally-Raid. Rally Andalusia. Vittorie di Ken Banavides, Honda, e Al Attyah, Toyota
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Cancellato il Rally del Marocco, David Castera ha allestito in poco tempo il Rally di Andalusia. La prima edizione propone ai “Dakariani” quella Corsa di preparazione alla Dakar che è mancata e riporta un Rally importante in Europa
13 ottobre 2020

Villamartin, Andalusia, 10 Ottobre. Si era temuto che, cancellato il Rally del Marocco, la carovana scalpitante della Dakar arrivasse all’appuntamento annuale con la regina dei Rally-Raid, la Dakar appunto, impreparata, monca di uno step diventato tradizione essenziale: l’ultimo Rally prima della guerra! Invece non è andata così. Non c’è stato il Marocco ma è arrivato il Rally di Andalusia: non è mancata l’occasione della benedizione agonistica prima dell’imbarco per L’Arabia Saudita. Anzi, c’è da essere contenti perché l’Europa torna ad ospitare un Rally internazionale potenzialmente importante. E poi la Spagna è il luogo ideale, il Far West del Motorsport nel quale i grandi Rally-Raid possono incastonarsi in maniera perfetta. Atmosfera, grandi spazi, bel tempo per gran parte dell’anno. Così David Castera ha scelto l’Andalusia, una Terra cui aveva già pensato più volte (e magari anche in tempi recenti accompagnando il pensiero a una idea di fattibilità più concreta). Anche il contesto generale risulta geniale. In fin dei conti è “quasi” ASO che offre ai Dakariani questa grande occasione, dato che Castera, pur essendo il loro Direttore della Dakar, non ha voluto rinunciare a una parte importante di autonomia operativa. Insomma, il Rally Andalucia è arrivato così in fretta che sembrava già – quasi – tutto preparato o sul trampolino di lancio. Del resto a un certo unto bisognava fare qualcosa per validare le candidature alla partecipazione alla Dakar di un gran numero di rookie, dunque la risposta dell’Andalucia è, a un certo punto, divenuta, basilare. “Passaporto” conquistato, tra gli altri, da Lorenzo Piolini, Tomas De Gavardo, Tiziano Internò.

Va da sé che il nuovo Rally ha potuto contare sul massimo qualitativo della partecipazione. Gran parte dei big, infatti, Marche, Team e Piloti, hanno aderito immediatamente alla proposta e risposto all’appello prima ancora che questo fosse lanciato. Per una prima edizione, 25 “star” tra i motociclisti e una dozzina tra le auto al traguardo è un bel record.

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Ci si aspettava anche una bella bagarre, e sotto questo profilo bisogna ammettere che la gara delle Moto ci ha parzialmente “deluso” (si fa per dire, naturalmente). È stato, infatti, un monologo Honda assai poco contrastato. In mancanza di obiezioni ha vinto Kevin Benavides, partito subito forte e poi in grado di controllare abbastanza agevolmente strategia e vantaggio. Seppure solo quinto, a lato ritroviamo Joan Barreda, autore ancora una volta di un Rally intermittente ma in ogni caso sempre veloce e ora piuttosto consistente e accorto. In ombra, invece, il vincitore della Dakar, Ricky Brabec, che non è andato oltre il 14° posto, e l’intero squadrone KTM-Husqvarna. Se si eccettuano le vittorie parziali di Toby Price e del neo arruolato Daniel Sanders, il risultato globale mette appena in rilievo il quarto posto di Price. L’impressione è, tuttavia, che sia Brabec che gli uomini di Jordi Viladoms abbiamo preferito affrontare la gara per quello che è, un evento di preparazione alla Dakar, e dunque che abbiamo ridotto al minimo i rischi. Ciò non toglie che la gara registra i ritiri eccellenti per caduta di Sam Sunderland e di Laia Sanz, Gas Gas.

Assai bene hanno fatto Adrien Van Beveren, Yamaha, che si è rifatto della sconfitta al Transanatolia conquistando il secondo posto, e ancora di più Lorenzo Santolino, che ha portato la Sherco sul podio. Con una Honda di casa sua, Simone Agazzi è 24° tra i big.

Molto più interessante, sotto il profilo agonistico, è stata invece la Gara delle auto. Non c’è stato il tempo di vedere in azione le nuove BRX, Bahrain Xtreme Raid, di Nani Roma e Sébastien Loeb (che pare abbia firmato un contratto di tre anni con la compagine anglo-mediorientale), in compenso l’Andalucia è stato il teatro dell’ennesimo scontro Toyota-Mini, scese in campo con formazioni e intenzioni più “credibili”. Toyota ha trovato in Yazeed al Rajhi, terzo a causa anche di una penalità, un avversario più “maturo” per il Principe del Qatar. Comunque Al Attiyah, vincitore di due delle quattro tappe del la corsa, è il chiaro vincitore del nuovo e riuscito Rally di Castera. Al secondo posto la Mini di Sainz e Cruz, che certamente correva su terreni e piste non favorevoli alle due ruote motrici, e al quarto Stephane Peterhansel che portava all’azione il collaudo delle ultime evoluzioni della Mini JCW Rally, ovvero la “vecchia” 4 ruote motrici.

Incentrato sulla citta di Villamartin, a Sud di Siviglia e non lontana Jerez de la Frontera, il Rally Andalucia numero 1 era basato su un prologo e quattro tappe, per complessivi 1.000 chilometri circa.

E ora, cosa succederà l’anno prossimo, quando verosimilmente ci saranno due Rally DCO concomitanti e ugualmente interessanti sul plateau del Rally-Raid in vista della Dakar? Non lo sappiamo ma una cosa è certa: scegliere nell’abbondanza di qualità è sempre meglio.

 

© Immagini DCO

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