Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Rally World, 18 Settembre. Di certo ci sono più Rally che fine settimana. E di gran lunga, poi. Per distribuire senza sovrapposizioni tutti gli eventi che si organizzano nel nostro Paese ci vorrebbe, occhio e croce, un anno di 900 giorni, così bisogna comprimere i calendari. Al di là dell’impossibilità di realizzare l’utopia, è un dato che sottolinea la forza e il successo della tradizione “rallystica”. Così bisogna scegliere, e comunque il cartellone è zeppo di occasioni.
Ecco che, in una settimana di… “sublime secondo ordine”, non ci sono appuntamenti di Mondiale, confluisce un interessante tris di eventi. Si parla di Rally delle Azzorre, di Nuraghi e Vermentino, di San Martino di Castrozza. Diremmo di una prova dell’Europeo, di una del CIRT e di una tra le più amate e caratteristiche “classiche” che è data del Campionato Italiano WRC. Al di là dei risultati è interessante, in questo modo, seguire le tracce e andare a vedere cosa fanno i nostri Campioni, impegnati a “presidiare” un vasto fronte di eventi e di impegni. Anzi a fungere da elemento di collegamento, anche.
Il Rally delle Azzorre è la 5a di otto Prove del Campionato Europeo Rally, ERC per gli amici. Si corre in Portogallo ma… in mezzo all’Atlantico, epicentro a Ponta Delgada. Si pensa che a quelle latitudini sia sempre bello, e invece viene giù il finimondo. Poco male, nesce un Rally particolarmente rocambolesco e avvincente. L’ERC è uno dei terreni di caccia del vasto programma di Andreas Mikkelsen 2021, impegnato anche nella corsa al Titolo WRC2. Il norvegese sbarca alle Isole e deve vedersela con altri pezzi da ’90, tipo Dani Sordo, un “nazionale” del calibro di Ricardo Moura, il “detentore” Alexey Lukyanuk. Il primo giorno viene giù che dio la manda, e vanno in testa Moura, poi Mikkelsen, infine Sordo. Lukyanuk va a sbattere e poi fra due volte, resta senza gomme ed è out. Sordo, in modalità sviluppo MRF, si preoccupa soprattutto di far chilometri, Mikkelsen… non ha scelta. Con una raffica di vittorie centrali, nel finale tirerà il fiato, va a vincere davanti a Sordo e Llarena. Ultima Speciale da capogiro, è la meravigliosa, didattica, antologica Sete Cidades di 24 chilometri. In Campionato, quando mancano tre prove, è più che mai Andreas Mikkelsen, 136 punti, poi a debita distanza Efren Llarena. Assente Giandomenico Basso, il Re di Roma, a tenere alti i nostri colori ci pensa Umberto Scandola, Hyundai, che dopo un avvio in sordina, suona la carica nel finale del primo giorno, e poi cresce progressivamente fino a conquistare un gran bel sesto posto. Euforica Rachele Somaschini, che debuttava in coppia con Nicola Arena, Citroen. Un’esperienza indimenticabile, la più bella della sua carriera.
Nuraghi e Vermentino. Ecco il primo trait d’union. Scandola, infatti, è reduce dalla vittoria di un’altra “perla”, il Rally Nuraghi e Vermentino, che si ambienta nel territorio da sogno del Costa Smeralda e rappresenta una “sintesi ragionata” della migliore Terra di Sardegna. Anche questo è un Rally corto (da noi ormai si tende a girare quasi su sé stessi) ma avvincente. Di scena i nostri Campioni, oltre a Umberto Scandola anche Mister Andreucci e Simone Campedelli. Anche in questo caso piccoli colpi di scena. Partono forte tutti, Scandola, Andreucci e Campedelli, Scandola ci mette un attimo ad andare in pressione ma, una volta in “palla”, vola verso la vittoria. Andreucci, uno dei “papabili” di default, sbaglia scelta delle gomme e assetto (si direbbe responsabilità di weather team e del team, ma è il Pilota che si assume tutte le responsabilità) e Campedelli casca dal crick in vista del traguardo. Morale, Scandola va a vincere, e con quella del Rally sardo le vittorie in Campionato salgono a tre, Andreucci è secondo, Campedelli completa il podio. Grande impressione per la gara di Mattia Scandola, che di Umberto è nipote, di Riccardo il figlio e di Giuliano di nuovo nipote, nel senso che lui è il nonno. Classe 2001, ecco che scatta il cromosoma di famiglia e l’”apprendista” al debutto sbalordisce con il 7° posto assoluto. Situazione CIRT, Scandola primo, poi Andreucci e quindi Campedelli. Si gioca tutto nell’ultima, il Liburna, coefficiente 1,5.
San Martino di Castrozza. Avanti, di bene in meglio, continuiamo la nostra passeggiata. Siamo arrivati alla “Leggenda delle Dolomiti”. Nessuno dei tre, anzi dei quattro, ricapitolando Basso, Scandola, Andreucci e Campedelli, è al San Martino di Castrozza. Non sanno cosa si perdono. Beh, sì, comunque tutti hanno voluto essere della partita, almeno una volta, a quello che è considerato un vero “classico” del tema Rally, icona della disciplina non confinata al nostro Paese ma di levatura “sconfinata”. Non per caso si parla, quest’anno, della 41ma edizione della fortunatissima serie inaugurata nel 1964, e non per caso, quando si parla “del” San Martino, si evocano ambientazioni dolomitiche mozzafiato e impareggiabili passi di storia del Mondiale. Si corre per l’Italiano WRC e qui ritroviamo un altro dei nostri Assi: Luca Rossetti, Hyundai, multi Campione Europeo, Italiano e IRC, il quale, tuttavia, deve vedersela con una piccola formazione di determinati “esperti” e tiratori franchi. Si parte subito forte con la “mitica” Manghen, 21 chilometri di università dell’asfalto, e qui esce allo scoperto la “verità”. È, infatti, l’Equipaggio Pedersoli-Tomasi, Citroen, che si impone con un margine già discreto.
La battaglia è solo all’inizio, e vi partecipano anche Fontana e Agnese, Hyundai. Val Malene e Gobbera, e siamo ancora sulla “Via della Leggenda”, e il primo giro di Speciali è appannaggio di Pedersoli, due, e Rossetti. La classifica è meritocratica, i due sono nell’ordine, ma la gara resta apertissima e avvincente. Alla ripresa Rossetti tenta un attacco e vince la prima, ma la risposta di Luca Pedersoli e Anna Tomasi, Citroen, è istantanea e definitiva. Due vittorie consecutive, il primo gradino del podio e, per il palmares, la terza vittoria consecutiva alla “Classica” trentina. Al terzo posto, Carella e De Guio si consolano con la testa del Campionato Italiano WRC, che conservano non al riparo dall’inevitabile assalto di Pedersoli e Rossetti, tutti molto vicini. Si decide tutto nel gran finale del 40° Trofeo ACI Como, 24 Ottobre.
© Immagini – Hyundai Motorsport – HRT Italia – ACI Sport