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Al Rally del Marocco, sin dalla vigilia, inizia a serpeggiare, tra i partecipanti alla gara delle auto, un “terrore ufficioso”, seminato dalla Squadra Peugeot Total delle sue Star, Carlos Sainz e Sébastien Loeb, e della nuova 2008 DKR16. La nuova “arma” di Peugeot è al battesimo nella penultima prova della Coppa del Mondo Cross-Country Rally, l’ultima occasione per testare il “materiale” della Dakar in gara, e nessuno può dire con certezza come va. Tale timore, non solo reverenziale, si manifesta in forma rigorosamente anonima, ma è espresso da un buon numero di avversari “competenti”, e dunque attendibile. Sono dati “empirici”, ma parlano di una Macchina capace di “volare” a velocità da capogiro su ostacoli che, fino ad oggi, le auto dovevano “copiare” con una certa attenzione.
Impressioni e, forse, tentativi di esorcizzare, ma alla fine della prima tappa del Rally marocchino organizzato da NPO, le prime evidenze fanno capolino, e la competitività delle nuova “Potenza” incute ben più che una sportiva forma di considerazione e di rispetto.
La prima tappa del Rally è dunque vinta dal saudita Yazeed Al Rajhi, che porta la Toyota Hilux del Team Overdrive ad una vittoria importante, consolidata dal piazzamento della stessa macchina portata in gara dal russo Vladimir Vasilyev, detentore della Coppa del Mondo. Il risultato è, per la verità, maturato in conseguenza del colpi di scena degli ultimi 50-60 chilometri di gara, nei quali metà del bicchiere riempito dalle performance strepitose di Nasser Al-Attiyah e Carlos Sainz è stato travasato nel mezzo bicchiere dei Piloti “Toy”. In effetti l’elevatissima tensione agonistica di buona parte della Speciale dell’”Anello di Zagora”, 330 chilometri portati a 360 per aggirare un fiume in piena, è stata creata dallo show dei due Piloti Mini e Peugeot, che hanno “scatenato” un duello appassionante e trasformato il confronto diretto in uno scontro giocato su ritmi elevatissimi.
Sainz, con la nuova 2008 DKR16 “battezzata” contestualmente alla partenza del Rally, passa subito a condurre le operazioni, ma Al-Attiyah gli risponde puntualmente rintuzzando ogni tentativo di fuga dell’avversario. Al Rajhi si permette una timida apparizione solo a metà della Prova, per rientrare nei ranghi subito dopo. Al terzo controllo di passaggio, meno di cento chilometri dall’arrivo, Sainz e Al-Attiyah volano in testa alla corsa, pronti a contendersi i pochi secondi che separano le due Vetture al photo finish.
Al terzo controllo di passaggio, meno di cento chilometri dall’arrivo, Sainz e Al-Attiyah volano in testa alla corsa, pronti a contendersi i pochi secondi che separano le due Vetture al photo finish
A quel punto, la raffica di colpi di scena. Al-Attiah fora una prima volta, e bucherà una seconda perdendo complessivamente almeno tre minuti nelle operazioni di cambio. E la battaglia che ha già dato una connotazione agonistica strepitosa al Rally offre subito dopo un altro colpo di scena. Sébastien Loeb, “fluttuante” tra il quinto e il terzo posto e in gara con la 2008 DKR+, la versione “ameliorée” che ha dominato il Silk Road Rally, si ferma con un vistoso calo di potenza. Ci sono testimoni, non tecnici, i soliti fotografi che, si dice, portano sfiga, ma pare che al V6 TurboDiesel da 350 cavalli sia saltato un manicotto, e in ogni caso il danno conseguente non consente al Pilota, e al navigatore Daniel Elena, di continuare. Si tratta ora di attendere l’arrivo di un concorrente disposto a fare il buon samaritano trainando la Macchina di loeb, che matura anche questo tipo di esperienza, sino all’arrivo.
Torniamo in testa. Fermato dalla foratura Al-Attiyah, è via libera per Sainz, che a sua volta, tuttavia, affloscia un pneumatico a 15 chilometri soltanto dal traguardo. Lo spagnolo non ci sta, e continua a correre nella nuvola di polvere della sua velocità sino a quando della ruota posteriore sinistra non rimane che il mozzo. Poi si deve fermare. Niente da fare, la macchina ha dimostrato di essere velocissima, e il Pilota non lo è di meno, ma al battesimo della 2008 DKR16 non corrisponde quella vittoria che sembrava ormai a portata di mano, ma un quarto posto che, a un latino spontaneo come il “Matador”, solo “teoricamente” può apparire soddisfacente.
Bruno Famin, Direttore di Peugeot Sport. «L’ho detto ieri, siamo qui per fare chilometri. Se viene anche il risultato è ovvio che saremo contenti, ma non è per quello che abbiamo iscritto le nostre Macchine al Rally del Marocco. La Macchina è nuova e ha subito una profonda evoluzione a partire dalla 2008 che ha corso alla Dakar 2015. Non siamo qui per vincere, e neanche per perdere, naturalmente, ma per portare avanti, e il più avanti possibile, il programma che ha per obiettivo la Dakar 2016. Se chiedete ai Piloti, sono certo che non sono d’accordo, ma si può capire che un Pilota del calibro di quelli che abbiamo corra per vincere. Sainz ha lavorato molto allo sviluppo della nuova 2008 DKR, ed era importante che rientrasse dopo la lunga convalescenza. È risalito sulla DKR16 dopo una lunga pausa, e il fatto che ne sia contento è un buon indice del progresso del nostro lavoro.»