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Più che bufera, sembra una bufala quella che si è abbattuta sul sindaco di Roma Virginia Raggi sui social network, da quando nelle scorse ore ha iniziato a circolare un'immagine della sua auto di servizio in divieto di sosta in occasione di una visita istituzionale ad una scuola della Capitale.
Autore del presunto “scoop”, rilanciato da gran parte della stampa nazionale, la neonata web-radio romana “Non è la Radio”. Nell'immagine, postata sulla pagina Facebook dell'emittente, però, si nota che la vettura del primo cittadino della Capitale si trova centimetro più centimetro meno in corrispondenza della fine del divieto, come indicato dal cartello supplementare con la freccia rivolta in basso. Sul caso è intervenuto addirittura il Codacons, che ha minacciato: «Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, dovrà essere sanzionata per divieto di sosta. In caso contrario i vigili urbani della capitale verranno denunciati in Procura per omissione di atti d’ufficio».
A chiarire l'accaduto è arrivato nelle ore successive un comunicato della Polizia Municipale di Roma Capitale: «Con riferimento alle foto apparse su alcuni organi di stampa che ritraggono l'auto di scorta della Sindaca in presunto divieto di sosta, occorre precisare che il veicolo, come risulta evidente nelle immagini diffuse, non era in divieto di sosta. L’automobile era ferma nell'area immediatamente successiva al segnale di interdizione alla sosta, integrato dal simbolo che pone fine al divieto stesso. Nessuna regola è stata infranta, in considerazione anche del fatto che i mezzi delle persone sottoposte a tutela da parte degli organi di Polizia, per motivi di sicurezza devono fermarsi nel luogo più vicino alla persona posta sotto scorta, al fine di consentire una veloce via di fuga in caso di emergenza», dice la nota.
Sulla polemica è anche intervenuta in prima persona Virginia Raggi, che ha spiegato di avere assegnata una scorta della Polizia di Stato, i cui agenti per motivi di sicurezza possono comunque agire in deroga al Codice della Strada, anche se questo non sembrerebbe il caso: «All’uscita un’agente di Polizia di Stato si è assicurata che non ci fosse alcun pericolo e sono entrata in automobile. Ricordo che sono sottoposta a tutela dello Stato e che, da sindaca, ho dichiarato guerra agli Spada e ai Casamonica, abbattendo anche le villette simbolo di quest’ultima famiglia criminale nella periferia est di Roma. Si tratta dei due sodalizi più violenti della città».
«L’auto non era in divieto di sosta ma sono comunque costretta a difendere gli agenti di Polizia di Stato che stavano semplicemente svolgendo il loro lavoro: per motivi di sicurezza devono rimanere con l’automobile a ridosso del luogo dove la persona sotto scorta, in questo caso io, può essere allontanata velocemente», ha precisato la prima cittadina di Roma.