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Non dev'essere stato facile prendere questa decisione: stabilire regole così severe per le emissioni da cambiare per sempre il mondo dei trasporti e dell'industria. E infatti per arrivare alle stringenti norme Euro 7 ci sono voluti anni di confronti, mediazioni, marce avanti e indietro, operazioni di lobbing e contro-lobbing. Ma alla fine la sentenza è arrivata.
Questa settimana la Commissione Europea dovrebbe rendere pubblici i "numeri" e le caratteristiche che dovranno avere i motori per poter essere venduti sulle auto nuove. Le limitazioni riguardano il particolato, gli idrocarburi incombusti e il monossido di carbonio per tutti i motori diesel e benzina e andranno a sostituire le norme Euro 6 in vigore dal 2014. Secondo i membri della commissione, i tempi lunghi sono stati provocati dalla necessità di creare norme che fossero valide ugualmente per tutti i tipi veicoli: auto, moto, e veicoli commerciali, conciliando molte esigenze.
La data in cui questi limiti saranno obbligatori per i carmaker, invece, non è ancora del tutto certa, ma è sicuramente un periodo a cavallo fra il 2025 e il 2026, quindi molto a ridosso (almeno da punto di vista dei principali costruttori) del termine fissato nel 2035 per la vendita di auto con combustibili fossili. Un termine che, fra l'altro, ha cambiato del tutto le regole del gioco, perché non era mai stato pianificato nel programmi della Commissione che si occupa della normativa sui motori termici.
La conseguenza sarà che molti carmaker faranno sapere di non essere intenzionati a fare pesanti investimenti su motori che avrebbero un arco di vita estremamente breve, e hanno deciso di puntare direttamente sull’elettrico anche per coprire il periodo che va dall’entrata in vigore dell’Euro 7 fino al 2035, rendendo sostanzialmente inutile la norma, perché solo pochissime auto nuove con motori a combustione vedrebbero la luce, vanificando gli effetti della (benvenuta) riduzione di emissioni inquinanti.
L’entrata in vigore dell’Euro 7, dice la Commissione, è invece un importante passo avanti per i veicoli commerciali e industriali, che non hanno il vincolo del 2035, e quindi il contenimento delle loro emissioni si potrebbe positivamente far sentire per un periodo di tempo molto più lungo.