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Lo Stato italiano ha incassato nel 2015 71,9 miliardi di euro dal settore dell'automobile, una cifra che segna un incremento dello 0,5% rispetto all’anno precedente. E' quanto rileva Anfia, l'Associazione nazionale della filiera automobilistica, che ha calcolato le singole voci di spesa legate all'utilizzo dell'auto. E, si scopre, che questa ha contribuito in misura leggermente minore rispetto al 2014: la quota percentuale del gettito proveniente dal settore automotive sul gettito complessivo calcolato secondo il criterio di cassa, risulta infatti leggermente diminuita, passando dal 16,8% del 2014 al 16% nel 2015.
Nel 2015, per il secondo anno consecutivo dopo 7 anni di calo, i consumi complessivi di carburanti sono risultati in crescita dell’1,5%. Nello stesso anno, i prezzi medi alla pompa per via del ribasso del prezzo del petrolio hanno subito significative flessioni: -10,2% per la benzina, -12,6% per il gasolio, -20,2% per il GPL, mentre il metano è rimasto stabile (-0,5%). A fronte di una forte riduzione del prezzo industriale dei carburanti (prezzo della materia prima e margine lordo), si è assistito ad un’ulteriore crescita della componente fiscale (IVA e accise) sul prezzo finale, passata dal 60,7% al 65,5% per la benzina, dal 56,5% al 62% per il gasolio, dal 37,2% al 42,1% per il GPL e dal 18,5% al 22,4% per il metano. Il gettito fiscale sui combustibili, dunque, ha segnato un decremento del 3%: 35,86 miliardi di euro rispetto ai 36,96 del 2014. Il prelievo fiscale relativo ai lubrificanti, nel 2015 ha registrato un aumento del 2,1%, passando da 0,96 a 0,98 miliardi di euro.
La ripresa del mercato nel 2015 ha fatto lievitare ulteriormente questo prelievo, con introiti derivanti dall’acquisto degli autoveicoli, ovvero IVA e IPT, in crescita del 13,6% e dell’11,2% per un totale di 7,7 miliardi di euro. In fase di immatricolazione degli autoveicoli sono stati versati al Fisco, nel 2015, circa 6,20 miliardi di euro, risultanti dal pagamento dell’IVA e dei diritti di motorizzazione.
Aumenta anche il gettito IVA relativo a manutenzione e riparazione degli autoveicoli e all’acquisto di ricambi, accessori e pneumatici, che registra un +6,8% rispetto al 2014 per un valore complessivo stimato in 9,90 miliardi di euro, contro i 9,27 del 2014. Il miglioramento del quadro economico e del clima di fiducia ha determinato un recupero degli interventi d’officina rinviati durante la crisi. Ha contribuito ad aumentare la spesa complessiva anche la già citata crescita del parco circolante.
La voce d’imposta relativa ai pedaggi autostradali ammonta nel 2015 a 1,95 miliardi di euro, in rialzo del 4,7% rispetto al 2014. La crescita deriva, in parte, dal trend positivo dei volumi di traffico nel 2015: complessivamente, i veicoli-km percorsi sulla rete autostradale nel corso del 2015 sono stati 79,4 miliardi, il 3,6% in più rispetto al 2014. Ha pesato sull’incremento di questa voce di spesa anche l’aumento delle tariffe dei pedaggi, scattato a inizio 2015, con un rialzo medio dell’1,3% rispetto al 2014.
La tassa di possesso rappresenta una quota dell’8,3% con 6 miliardi di euro, che segna un decremento dell’1,2% e circa 75 milioni di euro in meno per il Fisco rispetto al 2014. Dal momento che il parco circolante, nel 2015, ha visto un incremento dello 0,7% (per un totale di oltre 42,6 milioni di autoveicoli esclusi motocicli e motocarri), è probabile che questa riduzione sia dovuta a una crescente evasione della tassa.
Gli introiti derivanti dai premi assicurativi per le polizze RC auto, furto e incendio, registrano una riduzione del 5,4%, per un totale di circa 4 miliardi di euro (4,23 nel 2014). Secondo i dati diffusi da ANIA, si tratta del quarto anno consecutivo in calo per la raccolta dei premi RC auto.
La voce parcheggi e contravvenzioni, infine, nel 2015 vale 5,50 miliardi di euro, con un incremento dell’1,9% rispetto al 2014 sostanzialmente dovuto alla crescita del numero di autoveicoli in circolazione e del numero di spostamenti.