Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Molto prima che la Classe A ridesse nuova linfa al segmento compatto di Mercedes-Benz, la casa di Stoccarda sperimentò un’idea altrettanto rivoluzionaria: trasformare il classico 190 E in un’auto compatta capace di competere con la Volkswagen Golf. Il risultato fu la 190 E City, un prototipo ambizioso e poco conosciuto che segnò un capitolo curioso nella storia del marchio.
L’idea della 190 E City nasce verso la fine degli anni ’80 dalla mente creativa del tuner Erhard Schulz, già noto per le sue conversioni estreme come le varianti 6x6 della Classe G. Schulz immaginava una versione accorciata e compatta del 190 E, che potesse unire il lusso tipico di Mercedes con la praticità di un’utilitaria.
Esteticamente, la 190 E City conservava la linea classica del 190 fino al montante B, ma il retro era completamente ridisegnato, ispirandosi alla versione station wagon della Mercedes Classe E (serie 124). Questo design inedito permetteva di mantenere le motorizzazioni originali, dal 2.6 litri da 160 CV al potente 4 cilindri da 235 CV del leggendario Evo 2.
Nonostante l’audacia del progetto, i costi di produzione si rivelarono proibitivi. Solo il kit di conversione costava circa 22.000 marchi tedeschi, rendendo l’auto più cara di una Volkswagen Golf II. Mercedes, concentrata sui segmenti premium, non credette abbastanza in questa proposta per lanciarla su larga scala. Si stima che siano stati realizzati non più di quattro esemplari, oggi praticamente introvabili.
Il destino della 190 E City si concluse ancor prima di iniziare. L’unico esemplare ancora esistente è un prototipo originale del 1981, conservato come simbolo di una sperimentazione che non riuscì mai a decollare. Eppure, questo modello resta un testamento dell’approccio innovativo di Mercedes, capace di esplorare nuove strade anche fuori dalla sua tradizione di lusso e comfort.