Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Dopo una collaborazione con NSU, il risultato fu la nascita della Comotor, una joint venture dedicata al perfezionamento di questa innovazione meccanica. Il primo frutto concreto fu la Citroen M35, un esperimento audace che portò questa tecnologia direttamente nelle mani dei clienti.
In un'epoca in cui la segretezza era la norma nello sviluppo automobilistico, Citroen scelse una strada inedita: vendere il suo prototipo ai clienti per testarli su strada e raccogliere dati preziosi. Dal gennaio 1970, un selezionato gruppo di fedeli clienti Citroen poté acquistare la M35, a patto di percorrere almeno 30.000 km all'anno per due anni. Per rendere l'offerta allettante, la casa offriva una garanzia meccanica completa per due anni e un'auto sostitutiva gratuita in caso di guasto. Un trattamento che era avanti anni luce rispetto alle garanzie standard dell'epoca, limitate a sei mesi.
La Citroen M35 era basata sull'Ami8 ma con modifiche sostanziali. Questo coupé due porte, assemblato da Heuliez, montava un motore rotativo da 995 cm³ che erogava 49 CV, rimpiazzando il classico bicilindrico da 602 cm³. Grazie alla sospensione idropneumatica, la M35 offriva un comfort di guida regale, un'eccellente tenuta di strada e prestazioni migliorate, raggiungendo una velocità massima di circa 145 km/h.
Esteticamente, la M35 si distingueva per la sua linea aerodinamica e dettagli specifici, come un cruscotto dotato di contagiri con avviso acustico al superamento dei 7.000 giri/minuto. Tuttavia, nonostante le premesse promettenti, l’esperimento si rivelò un’arma a doppio taglio.
Il motore rotativo aveva consumi elevati, con una media di 10 l/100 km, e richiedeva frequenti rabbocchi di olio. Inoltre, i problemi di affidabilità portarono spesso a guasti prematuri. Dei 500 esemplari pianificati, solo 267 furono prodotti, e Citroen tentò di ritirare e distruggere le auto vendute per evitare ulteriori danni d'immagine.
Nonostante il fallimento della M35, Citroen riprovò con la GS Birotor nel 1974. Anche in questo caso, le problematiche legate a consumi, costi elevati e scarsa affidabilità portarono al ritiro del modello. L'esperienza con i motori Wankel si concluse così per Citroen, mentre solo Mazda continuò a perfezionare questa tecnologia con risultati altalenanti.
La Citroen M35 rimane un esempio affascinante di innovazione e audacia, ma anche un monito sui rischi dell’introduzione di tecnologie non mature. Sebbene l’esperimento non abbia avuto successo, rappresenta una pagina importante nella storia dell'automobilismo e un precursore di programmi esclusivi come quelli di Ferrari, che però ha avuto maggiore delicatezza nel gestire i propri prototipi non omologati per l'uso stradale.