Quali limiti di velocità per diminuire gli incidenti?

Quali limiti di velocità per diminuire gli incidenti?
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L'International Transport Forum che riunisce i Ministeri dei Trasporti di 59 Paesi ha la risposta: il limite ottimale nei centri urbani è di 30 km/h
4 aprile 2018

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Più la velocità è alta, maggiore è il rischio di incidenti e più gravi le conseguenze. Quella che sembra una considerazione abbastanza ovvia ha adesso il supporto di dati scientifici grazie ad uno studio dell'International Transport Forum, organizzazione che riunisce i Ministeri dei Trasporti di 59 Paesi, tra cui l'Italia.

ITF ha dimostrato che esiste una solida correlazione tra limiti di velocità ed incidentalità analizzando le diverse misure di sicurezza adottate in dieci Paesi: Australia, Austria, Danimarca, Francia, Israele, Italia, Norvegia, Ungheria, Svezia e Stati Uniti.

Gli studiosi hanno rilevato che un incremento dell'1% della velocità media in un determinato tratto aumenta del 2% il numero degli incidenti con feriti, del 3% degli incidenti con feriti gravi e del 4% degli incidenti con conseguenze fatali.

Sono dunque giunti alla conclusione che i seguenti limiti di velocità sono quelli ottimali dal punto di vista della sicurezza:

- 30 km/h in centri abitati con frequentatori vulnerabili (pedoni e ciclisti) vicini al traffico veicolari

- 50 km/h nelle aree con incroci ad alto rischio di collisioni laterali

- 70 km/h su strade secondarie sprovviste di carreggiate separate, dunque con alto rischio di collisioni frontali

Tali limiti possono essere incrementati in presenza di alcune condizioni: se gli utenti della strada più vulnerabili sono separati dal traffico veicolare si possono adottare limiti di velocità superiori ai 30 km/h nelle zone più urbanizzate; limiti di velocità superiori agli 80 km/h possono essere accettabili in presenza di banchine che offrono spazi di fuga privi di ostacoli e carreggiate separate.

Particolarmente efficace nelle tratte più a rischio si è rivelata la presenza di sistemi di controllo della velocità, come autovelox e più recentemente il Tutor.

Tra i “case studies” analizzati vi è infatti quello dell'Italia, dove i sistemi di rilevazione della velocità media hanno avuto effetti positivi nella riduzione degli incidenti. E' stato calcolato infatti che il Tutor, introdotto nel 2005, ha prodotto una riduzione del 38,1% degli incidenti sulla A1 Milano-Napoli e del 41,6% sulla A56, la Tangenziale di Napoli.

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