Quadriciclo, istruzioni per l’uso

Quadriciclo, istruzioni per l’uso
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Il più sicuro fra i ciclomotori o la più pericolosa delle automobili? Per rispondere alla domanda, Ligier e Guidare Pilotare hanno organizzato una giornata in pista | <i>E. De Vita</i>
20 marzo 2013

Il più sicuro fra i ciclomotori o la più pericolosa delle automobili?”. Fra questi due estremi rimbalza il ping-pong dei giudizi pro e contro i quadricicli. E ogni volta che la stampa sottolinea con la matita rossa che un quindicenne, alla guida di una minicar taroccata, è finito ruote all’aria, l’ago dei commenti impazzisce a fondo scala: “crucifige”, pericolosissimi, vanno vietati. E così via.

Come stanno le cose? Esattamente nel mezzo. Il quadriciclo è decisamente più sicuro dei ciclomotori, evita le cadute, fornisce una discreta protezione con la carrozzeria; se guidato alla velocità di 45 km/h, offre una dinamica accettabile. Contemporaneamente è meno robusto di qualsiasi vettura, ha accelerazioni e velocità max che spesso lo mettono in imbarazzo nel traffico, ha un passo corto che ne compromette la stabilità.

Certamente è meno sicuro di qualunque auto moderna. Anche se, a onor del vero, alcuni modelli di auto del passato sono passati alla storia con complessi ancora maggiori per quanto riguarda la stabilità. E, prima dell’avvento dei freni a disco, con “conflitti d’interesse insanabili” fra un tamburo e l’altro.

Nuovi quadricicli crescono

Il quadriciclo? Dipende da dove lo guardiamo e a cosa lo paragoniamo. Dopo una giornata sull’autodromo di Misano, sotto l’occhio vigile di Sigfried Stohr (che dirige la scuola di guida sicura Guidare Pilotare), eseguendo slalom fra birilli, prova dell’alce, frenate su bagnato e curve su asfalti lisci, provando e riprovando le nuove minicar della Ligier, il maggior costruttore di tali veicoli, possiamo confermare che – grazie ai miglioramenti della tecnica - l’ago si sta spostando decisamente verso l’icona auto. Anche dal punto di vista del confort, dell’estetica, della guidabilità, della silenziosità, delle vibrazioni.

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Rispetto al passato oggi le minicar sono più sicure, più stabili e più confortevoli

«Come tutti i giornalisti presenti hanno potuto constatare di persona guidandole nelle situazioni più difficili questi veicoli - dichiara Sigfried Stohr - sono assolutamente sicuri per le loro elevate doti di sicurezza attiva. Ricordo che la loro velocità è limitata per legge a 45 Km/h: chiaramente questa non va manipolata per ottenere maggiori prestazioni. Per quanto riguarda i guidatori più giovani in possesso della patente (dopo i 14 anni) per loro è un ottima occasione per prendere confidenza col traffico caotico dei nostri centri e con i suoi pericoli. Certo che pensare a una formazione per loro sulla sicurezza li aiuterà a partire col piede giusto sulle nostre strade: oggi con le Mini Car, domani con le autovetture».

La moderna minicar monta pneumatici che la Mini Minor del 1959 (pneumatici diagonali) si sognava; ha una facilità di guida che la Fiat 500 del 1957 (marce non sincronizzate)… grattava in continuazione; ha freni a disco che la “1100”… non sapevi se sbandava a destra o a sinistra quando premevi il pedale. Oggi i quadricicli adottano tutti la cintura di sicurezza, hanno quattro freni a disco, i cerchi in lega da 15 pollici, usano variatori continui di velocità, non hanno necessità di complicare la guida con le marce e col pedale della frizione.

I modelli più recenti della Ligier sono perfino dotati di motori common rail (della Lombardini), di luci di giorno a Led e offrono, come optional, l’airbag. Hanno di serie una barra antintrusione nella portiera, barra che è di alluminio per non portare fuori omologazione il peso della vettura. Uno dei problemi di sicurezza dei quadricicli è infatti il peso (più corretto dire: la massa), che nei quadricicli leggeri (vel max 45 km/h) non deve superare i 350 kg (mentre il motore non può erogare più di 4 kW di potenza).

La moderna minicar monta pneumatici che la Mini Minor del 1959 (pneumatici diagonali) si sognava; ha una facilità di guida che la Fiat 500 del 1957 (marce non sincronizzate)… grattava in continuazione; ha freni a disco che la “1100”… non sapevi se sbandava a destra o a sinistra quando premevi il pedale


C’è poi la categoria dei quadricicli pesanti che però non è diffusa: può raggiungere i 400 kg, montare motori da 15 kW e raggiungere una velocità di 80 km/h, ma per guidarli bisogna avere 16 anni. Con tali limitazioni nel peso, la struttura della cellula deve fare ampio ricorso alle leghe leggere, mentre la pelle della carrozzeria è giocoforza in materiale plastico. Analogo discorso vale per le dimensioni in lunghezza e larghezza, che – sempre per questioni di peso - non possono essere generose, mentre la sicurezza esige ampi spazi interni di decelerazione in caso di sinistro.

Le novità sulla patente

In Italia si vendono oltre 20.000 quadricicli all’anno e ne circolano già 250.000 circa. L’80% è acquistato da giovani alla prima esperienza di guida, il resto è appannaggio di “sopravvissuti” ai rischi di sospensione della patente, di qualunque età. Dal 19 gennaio scorso è scattato, però, l’obbligo della patente AM di tipo europeo, che richiede la prova pratica di guida e l’esame teorico: un documento che si ricorda delle infrazioni al codice, che memorizza i punti persi, e che può essere sospeso dal prefetto quando si fa… bingo. Quindi il quadriciclo tornerà a essere il veicolo di prima nomina e non più il rifugio degli appiedati.

Tuttavia, i numerosi vantaggi di tipo normativo lo rendono ancora appetibile agli automobilisti maturi: la possibilità di accedere ai centri storici chiusi dalle ZTL o dalle varie “Area C”, la caratteristica di parcheggiare trasversalmente e soprattutto di non pagare il parcheggio né di essere vincolati ad orari, la libera circolazione nelle giornate di blocco del traffico, il costo di esercizio contenuto (anche se i prezzi d’acquisto oscillano dai 9000 ai 13.000 euro) ne fanno uno strumento flessibile, economico ed agile, purché utilizzato nelle aree urbane.

Il disagio di andar piano

Per contro il limite di velocità di 45 km/h rappresenta, a nostro avviso, più un handicap che un fattore di sicurezza. Viaggiare a velocità inferiore a quella degli autobus nelle città è una condizione di disagio che conosce solo chi la prova, formare il tappo di lunghe code sulle strade extraurbane pone decisamente in imbarazzo chi guida, vedersi superare da un Tir a 90 all’ora significa provare insicurezza e …strizzarsi.

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Anche il livello di confort interno delle minicar è cresciuto molto negli ultimi anni

Ovviamente, il legislatore ha badato alle conseguenze di un incidente alle varie velocità, tenendo conto della limitata robustezza della carrozzeria. E così si è fermato a 45 all’ora, un po’ prima della velocità alla quale una volta si eseguivano le prove di crash, ovvero 48 km/h. In tal modo ha evitato al quadriciclo di sottoporsi a prove costose e difficili. Di conseguenza i costruttori hanno adeguato a tale velocità tutte le caratteristiche del veicolo, dai freni alle sospensioni, dalla carrozzeria alle strutture di protezione.

Oggi le cose sono cambiate, gli stessi costruttori sottopongono a prove d’urto i loro veicoli. Non solo, ma è bene considerare che anche i test per le vetture “grandi” non forniscono indicazioni assolute, cioè non dicono come si comporta un veicolo contro gli altri, ma solo cosa succede se incontra se stesso. Ovvero, contro un veicolo identico, alla stessa velocità.

A conti fatti, oggi una velocità max di 60 km/h sarebbe il miglior compromesso fra sicurezza di guida e protezione in caso d’incidente, capace anche di limitare la tentazione di taroccare il motore per qualche cavallo in più. Basterebbe modificare una direttiva europea: adeguare poi i veicoli sarebbe automatico e semplice.

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