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Addio a tutte le vetture di nazionalità straniera: i funzionari russi in servizio in futuro dovranno rinunciarvi a favore di vetture "patriottiche", prodotte o assemblate solo in Russia o nell'Unione Doganale con Bielorussia e Kazakhstan.
A desiderarlo è Vladimir Putin, il Premier russo rieletto al Cremlino non nuovo a misure "protezionistiche" in economia. L'obiettivo è quello di sostenere l'industria automobilistica nazionale in difficoltà, e tagliare le spese esorbitanti del Governo sulle auto di lusso segnalate dall'Antitrust nazionale: 100 miliardi di rubli l'anno (circa 2,5 mld di euro) secondo il quotidiano Vedomosti.
Putin, che ha recentemente lodato le auto prodotte in Russia, ha promesso di sostenerle firmando il cofano della nuova Lada Largus (classe economica) nella fabbrica Avtovaz. Nel corso di una recente riunione di Governo ha confermato di voler introdurre una regola secondo la quale «le automobili acquistate per le esigenze del Governo o quelle locali a spese del bilancio pubblico dovranno essere prodotte esclusivamente nei territori dello spazio economico comune», cioè in Russia, Bielorussia e Kazakhistan.
A cercare di favorire le auto nazionali in un Paese dove i cittadini preferiscono quelle straniere, tedesche e giapponesi in testa, ci aveva provato già 15 anni fa l'allora Vicepremier Boris Nemtsov, oggi oppositore, proponendo di usare solo le Volga prodotte a Nizhni Novgorod, sua città d'origine. Poi il Sindaco di Mosca Iuri Luzhkov a livello municipale, puntando sulle Zil o le Moskvich prodotte nella capitale russa. Entrambi senza successo.
Fonte: Ansa