Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Come dire: “Niente, abbiamo un po’ scherzato, troppo e adesso facciamo la pace”. Non come certi piloti della MotoGP, che si sportellano rischiando di farsi male, per davvero e non si guardano più in faccia poi. Nessuno qui è andato a chiedere scusa vedendosi sorridere invero, ma pare che da oggi, i presidenti di USA e Cina, abbiano contemporaneamente assunto toni più pacati e persino costruttivi rispetto a quanto invece, sino a pochi giorni fa, sentivamo rimbalzare da un continente all’altro.
Quindi la politica rigorosamente protezionista, quella che faceva tremare interi comparti, potrebbe non essere attuata? Giusto e razionale, ma non fateci rimangiare quanto scritto, che i politici di certe nazioni sono più fermi e coerenti alle promesse elettorali e le conseguenti dichiarazioni, almeno non tutto, almeno non assecondiamoci troppo all’italiana per accontentare la maggioranza.
Battute a parte, sono in molti a tirare, ma è ancora presto, un respiro di sollievo, soprattutto nell'automotive e relativa filiera (Tesla in primis). Il presidente Trump e parte del suo staff si dice oggi propenso a un accordo con la Cina, investendola indirettamente di ruolo paritetico a quello americano, pensando che sono le due maggiori economie sotto molti punti di vista, anche se sino ad ora si sminuivano, ribadendo prima la propria singola forza.
La recente mossa di Xi Jinping che, parlando ad un Forum internazionale, non cita gli USA ma indica di voler superare certi toni da guerra fredda e rivedere le tariffe sulle importazioni, tagliandole senza penalizzare ulteriormente le auto estere in Cina, potrà annullare quella nota frase di Trump, riferita a come sono secondo lui invece tassate la automobili americane in Cina (Stupid trade)?