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Dopo un 2019 certo non brillante, quando si era registrato un calo di quasi il 5% nella produzione mondiale, arrivata a meno di 92,2 milioni di unità tra auto, camion e autobus e che ha concluso un periodo di dieci anni di crescita, l'industria automobilistica mondiale ha conosciuto un vero tracollo nel 2020, ovviamente a causa della pandemia.
Con la chiusura di gran parte dei siti produttivi per diversi mesi e dei fornitori in tutto il mondo, il 2020 ha segnato «la peggiore crisi mai registrata dall'industria automobilistica, un settore chiave dell'economia mondiale», secondo quanto dichiarato da Fu Bingfengil, che ricopre la carica di presidente di Oica da novembre 2019.
I dati raccolti dalla sua organizzazione mostrano un calo del 16% della produzione del 2020, con un totale inferiore ai 78 milioni di veicoli, valore che riporta il comparto ai livelli del 2010: «questi risultati cancellano tutta la crescita realizzata negli ultimi dieci anni».
Tutti i principali Paesi produttori hanno registrato un forte calo, compreso tra l'11% e quasi il 40%; l’Europa, che nel 2019 vantava una quota di quasi il 22% dell’intera produzione mondiale, nel complesso ha registrato un calo medio superiore al 21%..
In America, la produzione 2020 di 15,7 milioni di unità significa una quota del 20% della produzione globale; la regione Nafta ha visto la produzione in calo di oltre il 20%, con la produzione statunitense in calo del 19%; il Sud America è calato di oltre il 30%, con il Brasile a quasi -32%.
Anche il continente africano ha subito un netto calo, superiore al 35%, mentre l'Asia ha resistito abbastanza bene, con un calo registrato del 10%; in particolare, la Cina, colpita duramente nei primi mesi del 2020, si è ripresa rapidamente; nel complesso, la riduzione della produzione cinese è stata limitata al solo 2%.
L'Asia rimane di gran lunga la più grande regione produttrice del mondo, con una quota del 57% della produzione globale.
In merito all'andamento delle vendite, Oica ha registrato nel 2020 un calo limitato a circa il 12%; Fu ha osservato che «gli ultimi mesi del 2020 hanno mostrato globalmente un graduale recupero ai livelli del 2019, tale che i risultati finali sono chiaramente migliori del calo previsto in origine, del 20% o più».
Vi sono ovviamente differenze marcate, con cali di oltre il 20% o addirittura del 30% nella maggior parte dei principali mercati, ad eccezione di Cina (-2%) e Corea del Sud, dove le consegne sono addirittura aumentate del 6%; anche il mercato turco si è comportato molto bene, dopo due anni di forti cali nel 2018 e nel 2019.
Fu Bingfengil ha concluso che «si prevede che la domanda di mobilità per persone e merci rimarrà elevata. Ma è altrettanto chiaro che tale domanda non è la stessa del passato: l'industria automobilistica sta affrontando nello stesso tempo molte sfide, oltre alla necessità di recuperare economicamente, come prodotti sempre più puliti, veicoli più sicuri, connettività, automazione… I produttori di veicoli e la rete di fornitori stanno raccogliendo tutte queste sfide e continueranno a plasmare il futuro della mobilità pulita e sostenibile».
Fondata nel 1919, Oica è l'associazione mondiale che riunisce 36 associazioni nazionali di categoria in tutto il mondo, inclusi tutti i principali paesi produttori di automobili in Europa, America e Asia; è l'unica organizzazione non governativa di produttori di auto e camion accreditata presso le Nazioni Unite e rappresenta gli interessi tecnici nelle istituzioni e organizzazioni internazionali.
Le sue attività contribuiscono alla diffusione mondiale di tecnologia, esperienza e know-how, a vantaggio di tutti i paesi; i paesi membri sono impegnati nel miglioramento della sicurezza stradale e della protezione ambientale e contribuiscono all'armonizzazione globale delle norme e degli standard tecnici.
Oica raccoglie e pubblica anche statistiche internazionali e coordina il calendario annuale dei Saloni automobilistici in tutto il mondo.