Produzione auto, pioggia di stop in Europa

Produzione auto, pioggia di stop in Europa
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Ecco le aziende del settore automotive che hanno annunciato il fermo produttivo a causa dell'emergenza Coronavirus
18 marzo 2020

Aumentano i fermi produttivi delle realtà del settore automotive dovute all'emergenza Coronavirus. Daimler ha disposto lo stop di due settimane della produzione negli stabilimenti europei di vetture, camion e veicoli commerciali. "Con queste chiusure, Daimler aiuta a proteggere la propria forza lavoro, ad interrompere le catene di contagio e a contenere l'espansione della pandemia", si legge nella nota diffusa alla stampa dal gruppo guidato da Ola Källenius.

Nissan ha deciso di interrompere la produzione nel proprio stabilimento inglese di Sunderland, nel Regno Unito. Si tratta di una fabbrica dalla considerevole capacità produttiva: lo scorso anno, dalle linee dell'impianto sono uscite 350.000 degli 1,3 milioni di vetture assemblate nel Regno Unito. "Ulteriori misure sono al momento al vaglio; stiamo monitorando le possibili interruzioni della filiera e il crollo improvviso della domanda sul mercato causati dall'emergenza COVID-19", fanno sapere da Nissan. 

Volvo ha interrotto fino a data da destinarsi la produzione nella sua fabbrica belga di Gent, nella quale, oltre alla XC40 e alla V60, verranno assemblate le batterie della XC40 Recharge, la prima elettrica della casa svedese. Secondo quanto dichiarato da Volvo, lo stop non dovrebbe influire sulle tempistiche di inizio della produzione del modello, previsto per settembre. Continuano invece il lavoro le fabbriche svedesi di Torslanda, Skovde e Olofstrom.

Stop alla produzione anche negli stabilimenti europei di Ford: gli impianti di Colonia e Saarlouis in Germania e quello di Craiova in Romania saranno chiusi dal 19 marzo. Era già stato disposto invece lunedì il fermo produttivo della fabbrica spagnola di Valencia; lo stop era stato deciso in seguito alla positività al test del Coronavirus da parte di tre dipendenti. La decisione di bloccare anche gli altri impianti è arrivata "a causa del drammatico impatto che questa crisi sta avendo sui mercati europei e sulla filiera dell'auto, oltre alla decisione da parte delle nazioni di limitare i viaggi e i contatti personali", spiega il responsabile di Ford of Europe, Stuart Rowley. 

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Skoda ferma invece la produzione delle proprie fabbriche in Repubblica Ceca: la casa di Mlada Boleslav ha fatto sapere che sono stati registrati due casi di Coronavirus tra i dipendenti e che molti altri lavoratori sono in quarantena. Il Gruppo Volkswagen aveva disposto il fermo produttivo delle sue fabbriche in Europa: la produzione sarà sospesa già da questa settimana negli stabilimenti in Italia, Portogallo, Slovacchia e Spagna; a questo fermo farà seguito lo stop degli impianti nel resto del nostro continente.

Il fermo più lungo confermato finora è quello di BMW, che interromperà la produzione nelle sue fabbriche europee e in quella di Rosslyn, in Sudafrica, addirittura fino al 19 aprile. "Prendiamo seriamente la nostra responsabilità, sia quando si tratta di assicurare la protezione e la salute dei nostri dipendenti e di raggiungere l'equilibrio migliore in termini di redditività", ha spiegato il CEO di BMW, Oliver Zipse. 

Toyota ha disposto il fermo produttivo delle proprie fabbriche europee: stop all’attività negli impianti di Onnaing, in Francia; Burnaston e Deeside, nel Regno Unito; Kolin, in Repubblica Ceca; Walbrzych e Jelcz-Laskowice, in Polonia; e Sakarya, in Turchia. Lo stop, fanno sapere dalla casa nipponica, si protrarrà fino a data da destinarsi. Sul fronte della componentistica, Bosch ha fatto sapere che fermerà la produzione o la ridurrà considerevolmente nei propri stabilimenti in Francia, Spagna e Italia; stop anche per Continental. A partire dal 23 marzo, Hyundai e Kia interromperanno la produzione nelle fabbriche dell'Est Europa. 

Non finisce qui: PSA ha disposto il fermo produttivo di tutti i suoi stabilimenti europei fino al 27 marzo. Anche FCA ha scelto il fermo produttivo per gli stabilimenti in Italia, Serbia e Polonia almeno fino al 27 marzo; stesso discorso per le fabbriche di Maranello e Modena della Ferrari, che retribuirà i propri dipendenti con il loro regolare stipendio. Stop, nell'ambito della componentistica, anche per Brembo Marelli. 

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