Prezzi e disponibilità carburanti auto in tempo di guerra per la Russia: dove siamo e dove andremo [2,5 €/litro]

Prezzi e disponibilità carburanti auto in tempo di guerra per la Russia: dove siamo e dove andremo [2,5 €/litro]
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La crisi avviata con la guerra della Russia può portare a una spirale d'inflazione mai toccata da varie generazioni, in Europa. Primo a muoversi il gas, seguito dai carburanti auto che senza freni seri, potrebbero quasi raddoppiare. A rischio gli equilibri di settore per auto e trasporti
24 febbraio 2022

Le brutte notizie che giungono dalla Russia e dall’Ucraina, toccano inevitabilmente anche la sostanza di fattori determinanti per la mobilità. Non è solo questione del noto gas, fornito da Paesi coinvolti a parte di quelli europei, gli equilibri durante un conflitto sono difficili e mutevoli, quanto di peggio per alcune economie e industrie già non del tutto serene come quelle dei traporti dell’auto nello specifico.

Movimenti finanziari globali a parte, il gas sale subito nel primo “giorno di guerra”: +30%. Anche il metano tanto lodato per le auto bifuel sino all’atro ieri convenientissime, schizza prossimo agli 1,9 euro.

Un sistema connesso che è anche difficile da interpretare in modo corretto, quello dei mercati carburante ed energia. Lo stesso petrolio ha superato i 100 dollari a barile, come nel 2014. Fare rifornimento all’auto presso un distributore di carburante in Italia oggi vuole mediamente dire benzina oltre 1,85 euro a litro e gasolio prossimo a 1,75. Molte stazioni di grandi capoluoghi e non solo superano i 2 euro, se non si usa il fai-da-te. Cosa attenderci è facile immaginarlo: nulla di buono per il sistema dei trasporti a partire dal costo dei carburanti e delle energie necessarie.

Equilibri che saltano e prezzi a 2,5 €/litro

Impossibile dire quali rialzi ci saranno, auspicando un pronto e incisivo intervento dei governi per limitare nel possibile le speculazioni che, per certo, sono già partite come un’ondata della COVID difficile da arginare senza strumenti corretti. Una stima molto approssimativa, ci porta a considerare poco probabile il riassestamento dei prezzi anche qualora la situazione si stabilizzasse grazie alle negoziazioni. Semmai sarebbe molto più rapida la crescita, ulteriore, qualora il conflitto si estenda o perduri e si interrompano davvero certi flussi, dalla Russia verso nazioni bisognose delle risorse, come l’Italia.

I prezzi di certi carburanti potrebbero anche raddoppiare mutando comportamenti degli automobilisti e schiacciando il pedale dell’inflazione su tutti i fronti. Lo stesso mercato dell’auto potrebbe risentirne, se davvero un litro di benzina o gasolio per le diesel, arrivare a costare 2,50 euro e oltre.

Chi ha vissuto in età adulta gli anni Settanta può farsi delle idee a riguardo, ma le condizioni attuali sono diverse e, prima dei derivati da petrolio, a muoversi sarà il gas insieme alle strategie politiche, di chi ha in mano certe situazioni.

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