Porsche, un milione di euro per l'Ucraina

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Porsche ha devoluto un milione di euro a sostegno della popolazione ucraina, unendosi a una catena di solidarietà che vede coinvolti altri costruttori auto
4 marzo 2022

L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha portato alla sospensione della produzione e dell'export in Russia da parte di molti costruttori. Parallelamente, diverse case hanno offerto il proprio supporto all'Ucraina, con generose donazioni di denaro. È il caso di Porsche, che ha deciso di destinare un milione di euro per la causa. 750.000 euro andranno alll'UN-Refugee Aid Germany, partner tedesco dell'UNHCR, mentre i restanti 250.000 euro saranno corrisposti alla Ferry Porsche Foundation, che si occupa di bambini e giovani adulti. 

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La generosa donazione di Porsche è dello stesso importo di quella erogata dal gruppo Volkswagen, che ha destinato un milione di euro all'UN-Refugee Aid Germany. La scorsa settimana, invece, Mercedes-Benz ha devoluto un milione di euro alla Croce Rossa per assistenza in Ucraina. Stellantis ha invece destinato la stessa cifra a una ONG locale. Ford, infine, ha donato 100.000 dollari al Global Giving Ukraine Relief Fund.

Agli aiuti all'Ucraina si contrappongono gli stop disposti in Russia da molti costruttori, a cominciare dalla stessa Volkswagen, per proseguire con Toyota, Ford, Renault, BMW e AB VolvoAston Martin e Jaguar Land Rover, dal canto loro, hanno deciso di interrompere le spedizioni di veicoli verso la Russia. Una scelta che le accomuna a Honda e Mazda. Daimler Trucks, scorporata da Mercedes-Benz lo scorso anno, ha poi deciso di interrompere la collaborazione con Kamaz, produttore anche di veicoli militari.

Ma c'è anche un altro aspetto da non dimenticare, legato alle mancate forniture da parte di stabilimenti ucraini ai costruttori auto. Secondo quanto riporta Reuters, sono 22 le realtà dell'automotive ad aver investito in 38 fabbriche in Ucraina, dando lavoro a oltre 60.000 dipendenti in loco. BMW, Audi, Porsche. e Volkswagen figurano tra i marchi colpiti dai problemi nella catena di approvigionamento. 

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