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In occasione della recente inaugurazione di Porsche Studio a Milano, nel quadrilatero della moda, il direttore generale di Porsche Italia Pietro Innocenti traccia un punto della situazione per il marchio di Stoccarda sul nostro mercato, a livello di attività che non siano il puro prodotto auto.
“Non serve più vendere solo automobili oggi, occorre dare molti servizi esterni alle stesse, come stiamo cercando di fare guardando anche agli appassionati, oltre che ai possessori – spiega Innocenti - l'esempio dello studio di Milano è rivolto proprio a chi vuole conoscere e vivere le emozioni del marchio Porsche anche fuori dai concessionari o dalle piste, in un mondo che è fatto di lifestyle e design”.
Già, a Milano una culla di Porsche intesa come spazio d’immagine e design, prodotti d’abbigliamento, arredo e accessori, prima che auto, in mezzo alla zona più concentrata di firme dell’alta moda.
È un progetto voluto dalla casa madre tedesca, l’approdo qui in via della Spiga, o più spinto da noi italiani, visto che si tratta solamente del quinto in tutto il mondo (una Top-4 di luoghi molto più esotici rispetto all'Italia, ndr)? “È voluto prima da noi di Porsche Italia, ma è un onore il fatto che sia stato subito appoggiato e reso attivo sul nostro territorio con gran benvolere della casa madre”.
Appoggio tedesco con presenza diretta, a livello societario o finanziario? “Una piazza come Milano è voluta da Porsche per questo progetto (che ha preso il via nel 2017 a livello globale) ma lo sforzo di realizzazione e la gestione sono nostre, di Porsche Italia per la parte auto e di Porsche Design per il resto”.
Un filone, quello di questi spazi voluti dalle Case che prendono posto nelle ZTL delle grandi città, che riguarda sempre più marchi premium e punta a offrire molti appuntamenti a logo automobilistico nelle capitali che contano. “Per quanto riguarda noi, faremo qui vari eventi tutto l’anno, complementari però, diversi, da quelli classici fatti finora, perché deve essere un luogo d’incontro oltre che di possibilità contatto con le nostre auto. Le nostre concessionarie e non solo loro, sono spesso in zone periferiche, dove molta utenza non passerebbe, viceversa interessa fare toccare con mano e far vivere il mito Porsche in mezzo a spazi d’intensa attività sociale, dove condividerlo come stile di vita”.
Parlando invece del modo di vivere l’auto stessa che cambia, molto oggi soprattutto per i carmaker generalisti (che parlano quasi solo di mobilità più che di automobili, ndr) come è messa Porsche: l’Italia è un mercato dove anche un marchio icona di sportività premium si deve “adattare” a certi strumenti proposti, come quelli di acquisto online e condivisione delle proprie auto? “Oggi i clienti onestamente vanno meno in concessionaria, come luogo di pura vendita, però noi non siamo come in Cina o altrove, dove si concludono acquisti online. Il canale digitale Porsche lo usa e ritiene fondamentale per tutte le informazioni, formando al meglio il personale che possa dare ai clienti un’esperienza dedicata anche sotto questo punto di vista. Se vogliamo guardare all’Europa, onestamente è più avanti l’UK dell’Italia, come mercato; noi comunque non vendiamo le nostre auto online”.
Lo Studio di Milano serve a dare una mano anche in questo senso, visto che ci passa chiunque nel quadrilatero, magari anche dall’estero e di target che comunque non entrerebbe in certe concessionarie. “Si, tra le opportunità dello Studio c’è anche quella di essere touch-point e veicolo di informazioni su tutto il mondo Porsche, anche configuratore online, con la possibilità di attivare o concludere un contratto che riferisca a un altro luogo Porsche, non necessariamente Milano”.
Ci sono elementi fissi che molti costruttori hanno quasi abbandonato, ma si pensava Porsche avesse mantenuto a oltranza, come Casa legata a prodotti che incarnano tradizioni solidamente costanti. Per esempio l’elettrificazione di gamma, un tabù fino a qualche anno addietro ma scontata oggi anche per voi. “Necessariamente, ci siamo pienamente e porterà anche parte di nuova clientela, orientata nello specifico a quello che ora possiamo proporre d’innovativo ”.
La condivisione dell’auto invece, piuttosto che le inedite modalità di noleggio di una Porsche, come il Flex Drive (due noleggi ma unico contratto, ndr) entrano sempre più anche nel vostro ambito? “In quello ammetto che, almeno da noi in Italia, ci sono numeri ancora poco significativi al momento. Fenomeni in divenire e metodi sicuramente da poter affinare nel tempo”.