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La decisione rientra nella pianificazione aziendale a lungo termine, recentemente approvata dai consigli di sorveglianza e di gestione della Casa di Zuffenhausen. Tra le strategie previste, vi sono misure per migliorare la redditività nel breve e medio termine, l’ampliamento della Sonder und Exklusivmanufaktur per la personalizzazione dei veicoli e modifiche organizzative interne.
Mentre la 911 rimane salda nella sua configurazione tradizionale, con l’introduzione della recente GTS T-Hybrid non plug-in, rimangono dubbi sul ritorno della Macan a motore termico. Sebbene alcune indiscrezioni suggeriscano un rilancio della Macan a combustione, i dirigenti Porsche non hanno ancora confermato ufficialmente questa possibilità.
Lo sviluppo di nuovi veicoli e dei progetti legati alle batterie comporterà costi significativi, con un impatto previsto sull’utile operativo e sui flussi di cassa di circa 800 milioni di euro. Inoltre, Porsche prevede una riduzione dei volumi di vendita per il 2025, con un calo stimato nei ricavi tra i 39 e i 40 miliardi di euro, rispetto ai 40,5 miliardi del 2023. Le previsioni per il 2024 erano state riviste al ribasso lo scorso luglio, inizialmente fissate tra i 40 e i 42 miliardi di euro.
Il margine operativo della Casa tedesca è destinato a ridursi, allontanandosi dalla media del 15% mantenuta negli anni passati. Per il 2025, Porsche prevede un margine tra il 10 e il 12%, rispetto al 18% del 2023 e alla stima del 14-15% per il 2024. Questo calo è legato al rallentamento delle vendite e all’aumento delle scorte, che hanno contribuito al profit warning annunciato la scorsa estate.
Nonostante ciò, Porsche conferma la politica di remunerazione degli azionisti, con il consiglio di gestione che intende proporre il pagamento di un dividendo pari a 2,1 miliardi di euro, in linea con quello dell’anno precedente.