Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
L’universo Porsche è un mondo sconfinato fatto di modelli a non finire, centinaia di versioni, varianti e continue variazioni sul tema. Per orientarsi in questo labirinto i tedeschi nel corso degli anni hanno elaborato una serie di sigle e di nomi. Ma conoscerli tutti e interpretarli in maniera corretta non è sempre facile. Un esempio? Prendiamo la Porsche 356 A 1500 GS Carrera del 1955. Un modello leggendario ma con un nome a dir poco complesso. Per comprenderlo fino in fondo bisogna andare per gradi. Siamo davanti ad una 356 della serie A, quindi ad un modello tardo (oggi diremmo restyling) e maggiormente rifinito. 1.500 indica la cilindrata del motore mentre GS sta per Grand Sport e Carrera sottolinea ulteriormente la sportività del modello.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa significano le diverse sigle che contraddistinguono i modelli Porsche. Perché una 911 può chiamarsi 997 o 991 o perché una Cayman è anche una 981? E poi ancora S, 4, GTS: cosa significano tutte queste sigle? Per comprendere la numerazione Porsche bisogna tornare nel 1931. All’epoca ogni nuovo progetto sviluppato dall'Azienda Dr. Ing. h.c. F. Porsche GmbH di Ferdinand Porsche veniva identificato con un numero consecutivo.
Il primo studio portato avanti in maniera indipendente da Ferdinand Porsche riguardava un’auto di rappresentanza da progettare per il costruttore tedesco Wanderer e fu identificato con il numero 7. Il numero 22 invece venne scelto per la leggendaria auto da corsa Auto Unione Grand Prix e la Type 60 era il Maggiolino Volkswagen. I numeri andavano in maniera crescente per ogni nuovo progetto, ma non solo per i nuovi modelli. I numeri venivano utilizzati anche per ogni nuovo motore sviluppato, per ogni nuovo disegno dedicato ad un cambio oppure ad un asse di sterzo.
L’8 giungo del 1948, in un momento in cui le sigle di progettazione erano salite fino a 356, accadeva qualcosa di nuovo. Nasceva il primo modello progettato da Porsche, contraddistinto dal marchio Porsche. Non poteva che chiamarsi Porsche 356. In questa data non nasceva soltanto un marchio leggendario, ma anche un modello destinato a scrivere la storia, anche per merito di un design indimenticabile. Le versioni successive del modello vennero identificate aggiungendo al nome A, B e C.
Gli ingegneri che lavoravano alla Porsche nel frattempo continuano ad utilizzare questo sistema di nomenclatura. Gli ordini andavano a gonfie vele e i numeri identificativi interni crescevano a dismisura. All’epoca del resto la Porsche progettava un’innumerevole quantitativo di innovazioni, dai motori aspirati ai motori alle turbine ad acqua fino alle auto da corsa. Per alcune nuove auto sportive Porsche scelse ancora il numero di identificazione progettuale interna come nome commerciale del modello. Per esempio nel caso della Porsche 550 Spyder.
Con l’inizio dei lavori di progettazione per sostituire la 356 però Porsche si rese conto che doveva abbandonare questo sistema di nomenclatura. In vista di un potenziale rafforzamento della collaborazione con Volkswagen, Porsche capì che il nome della sua nuova vettura doveva essere compatibile con le sigle di progetto interne utilizzate alla VW, senza creare confusione o potenziali conflitti. Porsche scelse così il 900, che non era ancora stato utilizzato a Wolfsburg. Decise quindi che la sua nuova sportiva, che sostituirà alla 356, si chiamerà 901 nella variante a sei cilindri e 902 nella più economica versione a quattro cilindri.
A questo punto sorgeva però un problema inaspettato. Peugeot puntò i piedi perché dal 1929 utilizzava un numero a tre cifre con lo zero in mezzo come nome commerciale per identificare i propri modelli. Porsche così sostituì repentinamente lo zero centrale con il numero 1. Nasceva ufficialmente un’altra leggenda: la 911. La 911 però non era destinata per molto a rimanere il solo modello realizzato dalla Porsche in quegli anni. Presto infatti arriverà la 914, una sportiva più piccola e leggera, a motore centrale che nel corso dei decenni verrà sostituita da sorelle via via più giovani: 924, 928 e 944. Tutti questi modelli continueranno ad utilizzare la sigla di progettazione interna come nome commerciale. Ma nel frattempo era nato un mito: qualsiasi numero composto da tre cifre che iniziava per nove era diventato sinonimo dell’auto sportiva e affidabile prodotta a Zuffenhausen.
Molto presto le sigle derivate da “900” si moltiplicarono e rischiarono di generare confusione. Gli ingegneri Porsche però rimasero fedeli a tale nomenclatura per rispettare la tradizione. Oltre ai modelli di serie infatti, lo stesso criterio veniva utilizzato anche per le auto da corsa. Lo dimostra la leggendaria 917, presentata a Ginevra nel 1969 e destinata a conquistare numerosi successi sotto questo nome a Le Mans e nell'endurance, nel corso degli anni ’70. E’ innegabile però che alla Porsche sia arrivato il momento di avere più flessibilità per la nomenclatura dei propri modelli. Nel 1968 infatti la rinnovata 911 viene identificata per la prima volta con la lettera A, che verrà sostituita l’anno successivo della Serie B e poi dalla Serie C del 1970, fino alla Serie G del 1973, pesantemente rivista a livello di design.
In più ogni tanto le versioni speciali di ciascuna serie potevano ricevere un proprio numero identificativo. Come la Type 930 meglio conosciuta come 911 Turbo o la Type 954 che in realtà identificava la 911 in versione SC/RS. Nel 1988 la situazione si complica ulteriormente perché arriva una 911 tutta nuova. E’ il momento di presentare al mondo la nuova 911 "964", che verrà sostituita nel 1993 dalla 993. Seguiranno poi 996, 997 e il modello attuale, che torna a 991. Porsche sceglie quindi di affiancare un altro numero a ciascuna generazione di 911 per identificare meglio l'esemplare in questione. In mezzo a questi diversi codici di progetto, che identificano di volta in volta una generazione diversa di 911, nascono altri modelli leggendari. Il 980 per esempio viene utilizzato per la mitologica Carrera GT, mentre 986, 987 e 981 vengono scelti per le tre diverse generazioni di Boxster e 955 viene utilizzato per la Cayenne. La tradizione dei tre numeri che iniziano per 9 è giunta quindi fino a noi, anche se in alcuni casi ha rischiato di generare un po’ di confusione.
I più appassionati vorranno anche sapere che i dipendenti Porsche, nel corso degli anni, hanno attribuito dei soprannomi ai singoli progetti. La 356 per esempio veniva volgarmente chiamata “Dame” (La Signora, ndr), mentre la 917/20 che correva a Le Mans diventò presto “Sau” (Il maialino rosa). Ma questa è tutta un’altra storia… Al di là delle sigle ufficiali di progetto ci sono poi diversi suffissi che identificano diverse versioni. Ecco la panoramica completa.
Boxster
Nome artificiale utilizzato dal 1993 e nato dalla crasi tra le parole Boxer, in riferimento al motore, e roadster.
Carreara (es.: 911 Carrera)
In orgini “Carrera” era il nome del motore Type 547 a quattro alberi disegnato da Ernst Fuhrmann. In seguito Porsche utilizzò questo suffisso per le versioni equipaggiate con i motori più potenti, come la 356 A 1500 GS Carrera o la 911 Carrera RS 2.7. Nel tempo però Carrera è praticamente diventato un sinonimo di 911. Il nome deriva dalla celebre Carrera Panamericana, una gara endurance messicana che assicura diversi successi a Porsche con la 550 Spyder.
E-Hybrid (es.: Cayenne S E-Hybrid)
Le versioni E-Hybrid abbinano al classico motore termico un o più motori elettrici, per garantire grandi prestazioni ma anche minori consumi
Executive (es.: Panamera 4S Executive)
I modelli Executive della Panamera hanno una carrozzeria allungata di 15 cm. Si tratta di versioni a passo lungo che offrono ancora più spazio a chi siede dietro.
GTS (es.: Cayman GTS)
La sigla GTS sta per Gran Turismo Sport e nasce originariamente come classe di omologazione per le competizioni nel motorsport. La 904 Carrera GTS fu il primo modello ad essere identificato con questa sigla nel 1963. Nel 1991 la 928 GTS riportava in vita la tradizione di questo marchio. Il suffisso GTS oggi viene utilizzato per le versioni più sportive ed esclusive della gamma Porsche.
RS (es.: 911 Carrera RS 2.7, model year 1972)
La sigla RS (sta per RennSport [racing sport, ndr]) identica modelli omologati per utilizzo stradale ma derivati dal mondo delle corse. La sigla viene utilizzata in ogni caso anche per modelli particolarmente sportivi, come la 911 RS America.
RSR (es.: 911 Carrera RSR 2.8 model year 1973)
La sigla RSR sta per RennSport Rennwagen (letteralmente racing sport racing car) identifica varianti da competizione, non omologabili su strada.
S (es.: 928 S, model year 1979; Macan S)
In casa Porsche S sta per Super o Sport. Si tratta di versioni con un motore più potente. Oggi la S sta sempre per Sport e oltre al motore più prestazionale queste versioni includono anche allestimenti più ricchi.
Spyder (918 Spyder)
Originariamente il nome viene utilizzato per le carrozze leggere per due persone. In casa Porsche identifica, alla stregua di Roadster, le vetture sportive scoperte a motore centrale. La 918 stessa ha una prestigiosa antenata nella 550 Spyder del 1953.
Targa (es.: 911 Targa 4)
La 911 Targa è una versione aperta della 911 caratterizzata dal particolarissima roll bar di protezione e il tetto rigido removibile. Il nome deriva dalla leggendaria corsa su strada siciliana, la Targa Florio.
Turbo (es.: Cayenne Tutbo)
Questa sigla identificava i modelli equipaggiati con un turbocompressore, in grado di aumentare le prestazioni. Tutti i modelli Porsche dal 2015 in ogni caso saranno dotati di turbocompressore quindi la sigla Turbo oggi identifica soltanto un allestimento top di gamma.
4 (e.: 911 Carrera 4)
Il 4 identifica i modelli a trazione integrale.
CS (968 CS, model year 1992)
Disponibile dal 1992, la versione Club Sport (CS) della 968 aveva lo stesso motore delle altre versioni ma una caratterizzazione più sportiva. Priva di finestrini abbassabili, sedili posteriori e aria condizionata era di certo meno confortevole ma decisamente più leggera e veloce.
GT (e.s.: 924 Carrera GT, model year 1980)
Come accade per GTA, il suffisso Gran Turismo (GT) identifica una versione più sportiva risateto al modello base; il nome ha origine nel motorsport quando viene creata la classe di omologazione GT. Usata per la prima volta nel 1955 con la 356 A 1500 GS Carrera GT questa sigla ritornerà nel 1989 con la 928 GT.
GT-Cup (es.: 911 GT3 Cup, model year 1998)
Si tratta di versioni da corsa, non omologabili su strada, ma vicine alla produzione di serie, utilizzate solitamente nel campionato monomarca Porsche Carrera Cup.
L (911 L, model year 1967)
L sta per Luxury: la terza versione della 911 originale ricevette questo suffisso nel 1967.
SC (356 C 1600 SC, model year 1963)
Introdotta con il model year del 1964, la versione 356 SC (Super C) della 356 aveva 95 CV e doveva rappresentare l’ultima versione della serie. Nel 1977 venne presentata per esempio la 911 SC (Super Carrera) che inizialmente sarebbe dovuta diventare l’ultima 911 della storia. Sappiamo benissimo invece che la 911 continuò ad essere prodotta, tanto che dopo la SC arrivò subito la Carreara 3.2.
Speedster (es.: 356 Speedster model year 1954)
I modelli Speedster si identificano per il parabrezza molto più basso rispetto al modello originale, che conferisce alla vettura un aspetto molto più affusolato. Questa configurazione naturalmente sacrificava il comfort del guidatore.
T (911 T)
La 911 T del 1967, dove T stava per Touring, era una versione entry-level, con un motore meno potente.