Ponte Morandi: le gravi accuse dei PM

Ponte Morandi: le gravi accuse dei PM
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Dalle indagini della Procura emergono pesanti sospetti sulle mancanze di controllo da parte di Autostrade, accompagnate da omissioni e false attestazioni
17 marzo 2021

Un’indagine delicatissima, che pare aver scoperchiato un vaso di Pandora del malaffare nella gestione delle opere pubbliche: nella relazione che accompagna la chiusura delle indagini preliminari coordinate dali pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno in merito alla tragedia del Ponte Morandi, sono messe nero su bianco pesanti accuse dei pm agli indagati.

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Sul tavolo del GIP Angela Nutini è arrivato un documento che specifica tutti i reati che i PM contestano alle 68 persone indagate per il crollo del viadotto Polcevera, divise in gruppi a seconda della tipologia di reati di cui sono accusati, dalle omissioni ai mancati controlli, fino agli interventi di manutenzione non compiuti, oltre ovviamente a dover rispondere delle accuse più gravi, che comprendono omicidio colposo plurimo, crollo doloso, attentato alla sicurezza dei trasporti e omissione di installazioni di impianti o apparecchi atti a prevenire infortuni sul lavoro.

Gli indagati hanno causato il crollo, che causò la morte di ben 43 persone il 14 agosto 2018, scrivono i PM, “con azioni e/o omissioni caratterizzate da inosservanza di precauzioni doverose nell’attività di gestione, sorveglianza e manutenzione, con omissioni di interventi manutentivi doverosi che hanno causato la messa in pericolo della sicurezza dei trasporti”.

Tra i chiamati in causa ci sono figure di spicco, ad iniziare da Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia ed altri vertici del Gruppo, come Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli; ad un gruppo di sette indagati, tutti legati a Spea, la società del gruppo Atlantia che avrebbe dovuto occuparsi dei controlli della rete autostradale, viene contestato il fatto di aver creato “false attestazioni in atti pubblici relativi all’attività di sorveglianza del viadotto Polcevera”.

Agli atti ci sarebbero anche registrazioni di conversazioni telefoniche, nelle quali alcuni degli indagati farebbero riferimento alle modalità di controllo strutturale, compiute con la consapevolezza di non rispettare i protocolli previsti.

Sulla vicenda va registrata la durissima presa di posizione da parte del Movimento 5 Stelle: «Con il proseguire dell’inchiesta sul crollo di Ponte Morandi emergono dettagli sempre più inquietanti. Ora si scopre dalle 'incolpazioni provvisorie' depositate dalla Procura che gli ex vertici di Aspi avrebbero falsificato anche i contenuti delle lettere inviate al MIT sullo stato di salute del ponte Morandi e sul progetto per il consolidamento: se confermato sarebbe un atto gravissimo! - è quanto affermano deputate e deputati del M5S nelle commissioni Ambiente e Trasporti - La giustizia farà il suo corso, ma intanto è palese quali giochi siano stati fatti sulla pelle dei cittadini. Il Governo deve accelerare sull’iter che porta a un nuovo regime della concessione e in generale bisogna dare priorità assoluta alle attività di monitoraggio e messa in sicurezza delle nostre infrastrutture viarie: gli italiani non possono viaggiare con il dubbio che i viadotti e le gallerie che attraversano non siano sicuri».
 

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