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Dopo la tragedia del crollo del ponte Morandi di Genova si attende un terremoto per Autostrade per l'Italia, la società che gestisce la A10 il cui ormai tristemente celebre viadotto è crollato nella giornata della vigilia di Ferragosto.
Il premier Giuseppe Conte al termine del Consiglio dei Ministri straordinario che si è tenuto nella Prefettura del capoluogo ligure ha fatto sapere che il Governo avvierà «la procedura per la revoca della concessione a società Autostrade», procedura che è al vaglio di una commissione ispettiva che dovrà trovare un modo per far ritornare allo Stato la gestione delle autostrade ad oggi gestite dalla società della famiglia Benetton. «Al di là delle verifiche che vanno fatte in sede penale – ha spiegato Conte – non possiamo attendere i tempi della giustizia. Noi abbiamo l'obbligo di far viaggiare tutti i cittadini in sicurezza».
Intanto Autostrade per l'Italia si difende, precisando in una nota ufficiale che «l'infrastruttura era monitorata dalle strutture tecniche della Direzione di Tronco di Genova con cadenza trimestrale secondo le prescrizioni di legge e con verifiche aggiuntive realizzate mediante apparecchiature altamente specialistiche».
Per la concessionaria, «Gli esiti delle attività di monitoraggio e delle attività di verifica svolte dagli autorevoli soggetti esterni hanno sempre fornito alle strutture tecniche della società adeguate rassicurazioni sullo stato dell'infrastruttura».
Una versione che non convince però il vicepremier Luigi Di Maio, per il quale «La società Autostrade per l'Italia è sicuramente responsabile per non aver fatto manutenzione, ma i partiti e i giornali che da decenni gli fanno da palo sono altrettanto colpevoli. Come è possibile che nessun governo abbia mai messo in discussione la concessione delle autostrade alla famiglia Benetton? Come è possibile che nessun giornale abbia mai fatto un'inchiesta sulla loro società, per esempio sul fatto che i contratti di Autostrade sono secretati? Forse perché la loro holding di famiglia ha quote di alcuni dei principali gruppi editoriali italiani?».
Di Maio si riferisce agli accordi tra Governo e concessionaria, coperti da segreto fino al febbraio del 2018 e resi parzialmente pubblici dal precedente Ministro dei Trasporti Graziano Delrio, mantenendo però riservati i dettagli finanziari del contratto.
Il commento del Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli parla di multe fino ai 150 milioni di euro: «Alle società che gestiscono le nostre autostrade sborsiamo i pedaggi più cari d’Europa mentre loro pagano concessioni a prezzi vergognosi. Incassano miliardi, versando in tasse pochi milioni e non fanno neanche la manutenzione che sarebbe necessaria a ponti e assi viari. I vertici di Autostrade per l’Italia devono dimettersi prima di tutto. E visto che ci sono state gravi inadempienze, annuncio fin da ora che abbiamo attivato tutte le procedure per l’eventuale revoca delle concessioni, e per comminare multe fino a 150 milioni di euro. Se non sono capaci di gestire le nostre autostrade, lo farà lo Stato».