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Rientreranno in casa per l'ultima volta, poi la demolizione. Oggi 25 famiglie della “zona nera”, quella delle case sotto il Ponte Morandi di Genova crollato lo scorso agosto provocando 43 vittime, per l'ultima volta avranno accesso alle proprie case che verranno abbattute.
«Viviamo un doppio sentimento - ha detto Franco Ravera, portavoce del Comitato degli sfollati -: da una parte l'emozione di poter rientrare, dall'altra lo strazio e la consapevolezza che sarà per l'ultima volta. Non le vedremo più».
Sono 266 le abitazioni degli sfollati cedute alla struttura commissariale dai proprietari. Ai non residenti sarà riconosciuta l'indennità di 2.025,50 euro per metro quadro, compreso il contributo per gli arredi. Ai proprietari residenti spettano 45.000 euro del Piano regionale di investimento strategico, 36.000 euro del preventivo sgombero e 2.025,50 euro di indennità a mq.
Intanto i lavori di smantellamento del viadotto Polcevera proseguono, ma con circa due settimane di ritardo. L'architetto Roberto Tedeschi, direttore della struttura commissariale, nel corso di una commissione consiliare in Comune a Genova dedicata a ponte Morandi ha spiegato che ci sono varie concause per i ritardi: bonifiche necessarie, indagini della Procura, misure di sicurezza seguite al ritrovamento di amianto, condizioni meteo, soprattutto il vento, che ad esempio ha rallentato lo smontaggio della pila 5 sul versante ovest per questioni di sicurezza nell'uso delle maxi gru.
Per il prosieguo della demolizione spunta anche l'ipotesi di utilizzare dell'esplosivo in alternativa allo smontaggio per una parte della struttura. In questo caso tra 600 e 1.000 abitanti della zona potrebbero dover lasciare le proprie case per essere ospitati in albergo per circa 2-3 giorni, «fino a quando le polveri dell'esplosione non saranno completamente abbattute», ha spiegato il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione Marco Bucci.
Atlantia, la holding che detiene Autostrade per l'Italia, accusata di non aver eseguito la corretta manutenzione del ponte nei giorni scorsi ha ribadito «la correttezza del proprio operato» nei confronti della richiesta di chiarimenti del Ministero dei Trasporti.