Polestar: quando si pensa che le cose vadano male, possono andare peggio

Polestar: quando si pensa che le cose vadano male, possono andare peggio
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È un brutto momento per Polestar, la casa automobilistica svedese controllata dal colosso cinese Geely. L'incubo del gruppo asiatico coincide con gli ultimi dazi imposti da Stati Uniti e Unione Europea
17 luglio 2024

I due mercati più promettenti del momento per le auto elettriche made in Cina alzano gli scudi protettivi. Parliamo di tariffe pari al 100% nel caso americano e comprese tra il 17,4 e il 38,1% nel Vecchio Continente. Quindi Geely, anche se è un gigante, dovrà imparare a fare i conti con una spada di Damocle pari al 19,9% per quanto riguarda il business in Europa. Non solo: deve anche fronteggiare due ostacoli come la crescente concorrenza di Tesla e di altri rivali cinesi, e il rallentamento del mercato globale degli EV. La ciliegina sulla torta è infine rappresentata da una spinosa vicenda finanziaria. L'azienda ha infatti appena ricevuto una notifica di inadempienza dal Nasdaq di New York per non aver mantenuto il prezzo di 1 dollaro per ogni azione di Polestar. Scendendo nei dettagli, si tratta di una notifica di non conformità al requisito del prezzo minimo di offerta della Borsa statunitense e non è davvero una bella notizia per una società quotata in Borsa. Polestar avrà tempo fino al prossimo 2 gennaio per aumentare il prezzo e mantenere la quotazione. Il prezzo delle sue azioni, per la cronaca, era sceso sotto quota 1 dollaro a fine maggio e da lì non si è più ripreso, scendendo a un minimo di 70 centesimi a fine giugno.

L'andamento delle azioni Polestar negli ultimi sei mesi
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Polestar travolta dalla tempesta perfetta?

Per i rivali di Polestar, come Tesla, un rallentamento del mercato dovuto ai fattori sopra spiegati è una cattiva notizia. Ma per la casa svedese, il cui jolly, la Polestar 2, è prodotto interamente in Cina, il gelo geopolitico potrebbe rivelarsi devastante. La società, non a caso, ha spiegato a Wired di credere che la sua berlina elettrica di punta subirà sicuramente gli effetti dei dazi. Nel quartier generale del gruppo sono in corso riflessioni e ragionamenti per capire come reagire. Anche perché, aspetto non certo secondario, Polestar si sta riprendendo da una radicale ristrutturazione della proprietà e della dirigenza, da una serie di tagli al personale, da risultati di vendita deludenti, nonché da un bilancio poco brillante per il 2023. Il suo obiettivo, per questo 2024, avrebbe dovuto riguardare la crescita del proprio business e non la sopravvivenza ad una guerra dei dazi. Che fare, dunque? Polestar non ha ufficialmente commentato quanto le tariffe avranno un impatto negativo sul prezzo dei suoi veicoli. Ma l'azienda ha un piano che potrebbe aiutare i suoi modelli successivi: la Polestar 3 sarà prodotta in South Carolina, e quindi negli Stati Uniti, mentre la Polestar 4 in Corea del Sud a partire dalla seconda metà del 2025.

La Polestar 2 in Italia parte da 55.800 euro
La Polestar 2 in Italia parte da 55.800 euro

Problemi su problemi

Gli ultimi risultati di vendita di Polestar, pubblicati nei giorni scorsi, riportano dati emblematici. L'azienda ha consegnato 20.200 auto finora nel 2024, principalmente nel secondo trimestre dell'anno. Solo 200 erano Polestar 4. Nel complesso, queste cifre rappresentano un netto miglioramento rispetto ai risultati preliminari del primo trimestre, che avevano mostrato un calo delle vendite di Polestar 2 del 40% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Polestar ha tuttavia registrato una perdita operativa di 231,7 milioni di dollari nel primo trimestre, su un fatturato di 345 milioni di dollari. Il CEO di Polestar, Thomas Ingenlath, ha fatto sapere in una nota che la società stava mostrando "un forte slancio" e che era lecito aspettarsi un forte miglioramento dei ricavi nel secondo trimestre dell'anno. Il gruppo intende puntare a margini a due cifre entro la fine dell'anno e migliorare il flusso di cassa, per poi raggiungere il pareggio di bilancio entro la seconda metà del 2025. Dazi e guerre commerciali permettendo.

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