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Se non si interviene su almeno tre dei punti cardine del programma per ridurre il cambiamento climatico globale, l'industria dell'auto inesorabilmente "sforerà" dall'obbiettivo di contenere entro gli 1,5 °C l'aumento di temperatura media terrestre oltre il livello pre-industriale entro il 2050. Stranamente il messaggio non arriva da chi si occupa direttamente dell'ambiente ma da due costruttori di auto a batterie, ovvero Polestar (gruppo cinese Geely) e l'americana Rivian. E, se le cose non cambiano, non solo il limite verrà superato, ma sarà quasi il doppio: + 75%.
Le automobili ad oggi sono responsabili del 15% delle emissioni totali di gas serra a livello globale e il rapporto mette in luce che l’industria automobilistica è completamente fuori strada e, in assenza di misure urgenti, avrà esaurito il proprio bilancio di CO2 già prima del 2035. Sembra che si possa ancora riprendere un percorso più virtuoso, ma ci sono almeno tre cose da fare subito.
Le auto che bruciano combustibili fossili devono essere sostituite più velocemente possibile con auto elettriche, e fin qui ci eravamo arrivati anche noi e bisogna dire che il processo è già in corso; richiederà tempi ancora lunghi, però, per tutta una serie di buone ragioni fra cui le reti di ricarica poco diffuse e i prezzi esagerati.
Altro intervento da realizzare in tempi brevissimi: neutralizzare le emissioni di CO2 nella filiera della produzione; siccome è quasi impossibile farlo sui singoli passaggi, è necessario agire sulle fonti primarie di energia passando alle rinnovabili e scegliendo materiali per la costruzione che siano a bassa emissione di CO2. Infine, incrementare la capillarità delle reti di ricarica per far si che le auto elettriche possano esprimere tutto il loro potenziale. Questi tre capisaldi, dice il rapporto devo essere realizzati in parallelo, pena il fallimento degli impegni presi alla Conferenza di Parigi.