Pneumatico gigante sigilla la porta: i dipendenti GoodYear sequestrano i manager

Pneumatico gigante sigilla la porta: i dipendenti GoodYear sequestrano i manager
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I dipendenti dello stabilimento Goodyear di Amiens, minacciato di chiusura, hanno intrappolato due dirigenti nel loro ufficio, sigillando la porta con pneumatici giganti
7 gennaio 2014

Se non fosse stata diffusa da tutte le principali agenzie di stampa internazionali, questa notizia potrebbe sembrare tranquillamente la tipica bufala che circola in rete.

 

Invece è tutto vero e documentato. I dipendenti dello stabilimento Goodyear di Amiens (nord della Francia), minacciato di chiusura, hanno intrappolato due dirigenti nel loro ufficio, impedendo loro di lasciare l'edificio. La porta dell'ufficio sarebbe poi stata bloccata con un grosso pneumatico per trattori, di quelli prodotti nella fabbrica.

 

Lo stabilimento di Amiens è da mesi al centro di un'aspra diatriba tra l'azienda e i rappresentanti sindacali, già più volte protagonisti di proteste sfociate in disordini. Proprio oggi ha riaperto dopo le vacanze di fine anno, in un contesto che, secondo fonti del quotidiano sul posto, era parso fin da subito teso.

 

I dipendenti della Goodyear di Amiens che tengono in ostaggio due manager chiedono ''una tavola rotonda con il prefetto e il direttore delle risorse umane su indennità e conseguenze'' per gli operai dello stabilimento, che sarà chiuso nelle prossime settimane. Vogliamo ''che i dirigenti capiscano che dopo 7 anni di lotta la nostra motivazione è intatta. E' la nostra fabbrica, punto'', scrivono sulla loro pagina Twitter.

goodyear dipendenti gomma gigante (3)
Lo pneumatico gigante che sigilla la porta della sala riunioni

 

Intanto i vertici di GoodYear Francia fanno sapere che non si aprirà alcun tipo di trattativa con i dipendenti, fino a quando i due manager non verranno liberati dalla sala riunioni in cui vengono trattenuti contro la loro volontà.

 

A loro volta i lavoratori dello stabilimento di Amiens rispondono, per bocca del delegato Mickael Mallet, che il sequestro non terminerà fino a quando “non ci saranno un minimo di garanzie” sulla ricollocazione e la buona uscita dei 1.200 dipendenti, che dopo la chiusura dello stabilimento hanno davanti a loro un futuro del tutto incerto.

 

I lavoratori aggiungono che i due manager hanno da mangiare e da bere a volontà e possono utilizzare i loro telefoni cellulari per comunicare con le proprie famiglie.

 

Fonte: Ansa

 

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