Pneumatici: quattro miti da sfatare

Pneumatici: quattro miti da sfatare
Pubblicità
Omogeneità tra marche e modelli, versioni estive e invernali, efficienza del battistrada: tra leggende e realtà un piccolo vademecum per aiutarvi a saperne di più sulle gomme della vostra vettura
15 luglio 2019

Primo mito: Sullo stesso asse non si possono montare pneumatici che non siano della stessa marca e dello stesso modello.

Falso. Da nessuna parte è scritto che i pneumatici di uno stesso asse non possano essere di marche differenti. Basti pensare che, in caso di foratura, la ruota di scorta è quasi sempre quella del primo equipaggiamento, mentre i treni successivi sono spesso di marca diversa. Per quanto riguarda il modello, non esiste questa dizione tecnica.

Ciò che deve, obbligatoriamente, sottostare a un criterio di eguaglianza sono le misure e il codice di velocità, mentre marca e altre caratteristiche non previste nella carta di circolazione possono anche essere diversi.

Un caso emblematico in tal senso è rappresentato dal ruotino di scorta, che generalmente ha la stessa marca delle gomme di primo equipaggiamento, ma misure e codice di velocità nettamente diverse: in tal caso il codice impone infatti una velocità massima di marcia e un uso temporaneo.

Secondo mito: i pneumatici invernali non possono rimanere montati durante l'estate. Viceversa si rischia la contravvenzione e il ritiro della Carta di Circolazione.

Falso. Ecco il perché: la normativa imposta dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti stabilisce che dal 15 aprile debbano essere montate sulla propria auto le gomme estive, concedendo un mese di tempo per effettuare il cambio. Ma c'è un'eccezione, che in realtà diventerà presto norma: chi monta pneumatici invernali con codice di velocità uguale a quello indicato a libretto, per i pneumatici estivi, può continuare a utilizzarli per tutto l'anno.

Il problema, qui, si porrebbe se molti automobilisti equipaggiassero le loro vetture con pneumatici invernali dal codice di velocità inferiore a quello indicato dalla carta di circolazione, Ma di fatto, stabilita una misura della gomma, tutte le versioni invernali messe oggi in commercio rispettano il codice di velocità originale, anche se in passato si poteva legittimamente usare d’inverno un codice inferiore.

Con la diffusione ormai inarrestabile di pneumatici adatti a tutte le stagioni, con prestazioni al top in condizioni ambientali opposte, è ovvio che l’obbligo di montare d’estate i pneumatici estivi decadrà, cosi come negli anni Ottanta scomparvero i lubrificanti stagionali per far posto agli oli multigradi. Il progresso della tecnica spesso ridicolizza i miti.

Terzo mito: l'età media del parco auto circolante (e, di conseguenza, anche dei relativi pneumatici) in Italia è molto elevata

Falso. Secondo una recente rilevazione dell'Aci, tanto per avere un ordine di grandezza, in Italia risultano immatricolati oltre 51 milioni di veicoli, dei quali 39 milioni sono vetture la cui età media viene calcolata in 11 anni e 8 mesi e il cui 56 per cento risulterebbe essere composto di mezzi con oltre 10 anni di vita. E il dato sarebbe in peggioramento dal 2014.

Conseguenza indiretta di questi dati vorrebbe che all'obsolescenza di questi mezzi corrisponda anche quella dei pneumatici.
Tale concetto è stato più volte ribadito in diverse circostanze, e ha sempre rappresentato una delle principali ragioni a supporto delle strategie politiche indirizzate alla necessità di introdurre e sostenere l'incentivazione alla rottamazione e all'acquisto dei nuovi modelli.

Tuttavia, secondo il campione rappresentativo che ha costituito il core di un'altra indagine, quella firmata da Assogomma e Polizia Stradale, risulta, invece, un parco circolante con un'età media di 7 anni e 11 mesi, pertanto ben più giovane di quanto sostiene l'Aci.

La differenza è macroscopica e si giustifica solo con la constatazione che l’Aci conta tutte le vetture presenti sul suolo nazionale, anche se ferme o conservate per cimelio o per passione; inchiesta della Polizia ha invece mostrato il “vero” parco circolante, cioè le auto che ogni giorno viaggiano sulle strade. Ed è tanto più significativa quando si osservi che ha riguardato molte regioni del meridione.

Quarto mito: via via che si avvicina allo spessore di 1,6 millimetri - cioè il limite minimo di legge - sull'sciutto il battistrada dei pneumatici perde gran parte della sua efficienza in tutti i frangenti di guida.

Falso: al contrario, una gomma di buona qualità, man mano che si avvicina al limite minimo di battistrada, registra performance superiori (minor spazio di frenata, minor deriva e guida più diretta) soprattutto su asfalto asciutto o poco bagnato, poiché venendo a diminuire lo spessore del battistrada, si riduce lo spessore della suola elastica che rende labile il contatto con il terreno.

Per questo motivo, la Michelin ha richiesto prove di frenata su asfalto asciutto e asfalto bagnato (con un mm d’acqua) non solo a gomma nuova, ma anche quando è vicina allo spessore minimo del battistrada.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Argomenti

Pubblicità