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Il primo rapporto sulle attività del Comitato di gestione PFU (Pneumatici Fuori Uso), presentato il 17 febbraio presso l’ACI alla presenza del Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, e del Presidente dell’ACI-Automobile Club Italia, Angelo Sticchi Damiani, ha dipinto un quadro positivo, tale da portare l’Italia ad un livello d’eccellenza nel contesto europeo. In due anni di attività del sistema, infatti, il servizio ha raggiunto tutta la Penisola in maniera capillare soddisfacendo grazie a 29 operatori abilitati le 3.231 richieste di oltre 1.300 demolitori e gestendo nel solo 2014 19.453 tonnellate di PFU, con un incremento del 15,9% rispetto all’anno precedente e una distribuzione che segue pedissequamente i dati di popolazione e presenza di demolitori.
Il 100% viene riciclato
I livelli più elevati di raccolta si raggiungono infatti in Lombardia (2.575 tonnellate raccolte con un incremento del 15,4%), Campania (2.376 tonnellate, con quasi il 9% in più rispetto al 2013) e Lazio (2.341 con un aumento di ben il 56,5%, la variazione più alta in Italia). Il rapporto ha anche dimostrato il miglioramento dell’efficienza del sistema, con un calo del costo e peso medio dei ritiri, più puntuali ed adeguati alle esigenze dei demolitori. Un benefico risvolto di ciò è il calo del contributo ambientale, una voce che contribuisce a determinare il prezzo del veicolo nuovo e che viene determinata anno dopo anno dal Comitato di gestione degli FPU che stima i costi di ritiro, trattamento ed avvio a corretto recupero di questi ultimi.
Il dato più interessante è però rappresentato dalla percentuale di pneumatici destinati al riciclo, pari al 100%. Il Comitato ha infatti ritenuto inaccettabili opzioni meno sostenibili quali l’utilizzo come combustibile per cementifici o la termovalorizzazione, con un risparmio quantificato nel 2014 di quasi 39.000 tonnellate di anidride carbonica equivalenti. Il polverino viene riutilizzato per realizzare sottofondi stradali, pavimentazioni sportive, asfalti e cementi, pannelli fonoassorbenti, arredo urbano e decine di altri usi.
Il riciclaggio conviene
“Il bilancio di questi due anni di attività rappresenta – ha affermato il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti - una scommessa vinta dall’Ambiente e dai cittadini italiani. Il corretto recupero riduce di fatto a zero la possibilità di smaltimenti illegali che negli anni passati hanno disseminato il nostro paese di discariche abusive di pneumatici. Con il riciclo si aprono nuove possibilità e nuovi mercati per le materie prime seconde come il granulato di gomma e l’acciaio che è possibile recuperare. Questo dimostra come attraverso i corretti stimoli, anche normativi, la Green Economy italiana sia capace di costruire sistemi complessi e capillari, riunendo operatori privati, strutture pubbliche e rappresentanti di cittadini e consumatori e garantendo all’intero Paese un’ulteriore passo avanti verso la sostenibilità”.
Con il riciclo si aprono nuove possibilità e nuovi mercati per le materie prime seconde come il granulato di gomma e l’acciaio che è possibile recuperare
“ACI ricopre un ruolo strategico all’interno del Comitato – ha dichiarato il Presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani - perché il legislatore ha perseguito la massima efficienza puntando sul know how ultracentenario dell’Automobile Club d’Italia e sulla tecnologia avanzata del Pubblico Registro Automobilistico. Come capofila di un sistema pubblico-privato modello per il Paese, siamo riusciti a contenere i costi di funzionamento conseguendo la riduzione del contributo a carico degli utenti per lo smaltimento degli pneumatici e un avanzo di fondi che proponiamo di utilizzare per la bonifica di aree contaminate. L’attività del Comitato torna a vantaggio degli automobilisti: con il materiale riciclato dagli pneumatici si produce anche un asfalto con più grip e più duraturo di quello ottenuto da altri materiali, più fonoassorbente e con minore resistenza al rotolamento”.
“Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto finora – ha sottolineato Vincenzo Pensa, Presidente del Comitato PFU – perché i dati contenuti nel report scattano una fotografia incoraggiante della gestione degli PFU da veicoli a fine vita in Italia. Il sistema lavora a pieno regime, il contributo per i consumatori diminuisce e si sta rafforzando l’industria del riciclo grazie a flussi di rifiuti costanti che consentono alle aziende di investire in tecnologia e Ricerca & Sviluppo”.