Pneumatici fuori uso, da problema a risorsa

Pneumatici fuori uso, da problema a risorsa
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Bilancio molto positivo per i primi dieci anni di attività del Comitato PFU, che recupera e ricicla gli pneumatici delle vetture rottamate
13 ottobre 2022

Da emblema del degrado e dell'incuria, abbandonati nell'ambiente ad inquinare greti di fiumi, prati, boschi e spiagge, a preziosa risorsa dell'economia circolare: è il miracolo che da dieci anni riesce in maniera sempre maggiore al Comitato PFU, che si occupa di raccogliere e trasformare in materia prima per diversi usi (asfalti, sottofondi stradali, pavimentazioni sportive, pannelli fonoassorbenti per edilizia e arredo urbano, ecc...) le gomme appartenenti ai veicoli portati alla rottamazione, che vengono appunto sottratti alla demolizione ed avviati in un ciclo virtuoso di recupero.

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Si tratta ogni anno di decine di migliaia di tonnellate di pneumatici (sono state più di 34.000 nel solo 2021, e nel computo vanno inseriti anche quelli di camion, pullman e veicoli agricoli), che il Comitato PFU con il suo lavoro sul campo intercetta e recupera.

I risultati di questo lavoro sono stati presentati a Roma, in occasione dei primi dieci anni di attività del “Comitato Pneumatici Fuori Uso”: una filiera, come ha avuto modo di ricordare nel suo intervento il presidente Vincenzo Pensa, che coinvolge più di undicimila operatori economici, tra rivenditori di veicoli, demolitori, operatori abilitati al servizio di raccolta e gestione degli PFU e rispettive filiere.

Alla base del sistema, diventato un riferimento a livello europeo ed al quale si ispirano altri Paesi, c'è il contributo che al momento dell'acquisto di un nuovo veicolo viene chiesto al proprietario: una vera inezia, soli sette euro a vettura, che moltiplicati un po' come riportano le Sacre Scritture (settanta volte sette, ricordate?) diventano la premessa economia indispensabile per mettere in piedi l'intera filiera.

Tale modesto contributo ha assicurato, tra il 2013 e il 2021, minori emissioni nell'atmosfera di oltre 512.000 tonnellate di CO₂, oltre al già ricordato minor impatto a carico dell'ecosistema con l'eliminazione dell'abbandono degli pneumatici, grazie anche all'incrocio dei dati sulle vetture rottamate assicurato dalla collaborazione con il PRA, i cui elenchi costituiscono il database per un verifica efficace e completa, per monitorare i flussi delle auto a fine vita ed impedire che anche una soltanto sfugga al controllo. 

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