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Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. O non vuol leggere. Abbiamo scritto: “è condivisibile il consiglio di avere pneumatici identici fra lato destro e lato sinistro”. Testuali parole. Incontestabili. Punto.
Eppure, in uno dei commenti a questo articolo, si legge: "(...) allo stesso tempo, non si può assolutamente "consigliare" di montare pneumatici diversi sullo stesso asse (...)".
O anche: "(...) Il discorso sulla mancanza di problemi su strada poi ha senso solo se la vettura viene usata a bassa velocità in strada urbana,altrimenti in situazioni limite due gomme diverse potrebbero dare problemi di stabilità (...)".
Ora, una cosa è fornire un consiglio, un’altra è far credere che sia vietato l’opposto, cioè che non si possa circolare, magari temporaneamente, con pneumatici di marca diversa fra un lato e l’altro. E ciò semplicemente perché non c’è alcun articolo del Codice della strada che lo vieti, non c’è alcuna indicazione in tal senso sulla carta di circolazione e non c’è neppure una sanzione per chi non ottemperi la supposta imposizione. E una legge priva di sanzioni non serve a nulla, perché gli agenti no saprebbero a quale articolo fare riferimento (vigileremo affinché, ora, qualche “manina benpensante” lo scriva, e poi lo introduca da qualche parte).
La competenza di una redazione non si misura solo quando riporta pedissequamente ciò che la legge proibisce, ma anche quando è in grado di indicare al lettore anche ciò che non è espressamente vietato e quali sono ancora i limiti della sua libertà.
Su un altro punto citato nel primo articolo sui miti da sfatare, un altro lettore commenta: "(...) Anche sul punto che dice che i pneumatici usurati a 1.6 mm tengono meglio la strada di uno nuovo non tiene conto della vecchiaia dei pneumatici (...)".
Per quanto riguarda le prestazioni di un pneumatico vicino allo spessore di 1,6 mm, non abbiamo inventato nulla: è la Michelin che ha mostrato alla stampa, con prove e misurazioni, che un pneumatico di qualità elevata - giunto al limite minimo - offre ancora ottima tenuta sul bagnato e addirittura spazi di frenata inferiori su asfalto asciutto.
Per noi della redazione queste informazioni hanno lo scopo di salvaguardare le tasche degli automobilisti e di prendere le distanze da chi offre consigli uniformi o interessati.
Lo abbiamo fatto per i pneumatici invernali, che informazioni dal vago sapore terrorizzante vorrebbero proibire durante il periodo estivo. E lo fanno invocando un codice di velocità che nei fatti è sempre più che adeguato: basti pensare che il più bieco dei pneumatici per auto è omologato col codice H, ovvero è adatto fino a 210 km/h.
Per noi di automoto.it rivelare quando “consigli tecnici” nascondono “consigli per gli acquisti” fa parte di una libertà di critica irrinunciabile.
Infine, ci sembra pretestuoso affermare che pneumatici della stessa marca allontanino il pericolo di aquaplaning. O, all’opposto, che gomme di marche diverse (sempre sullo stesso asse) lo avvicinino. Il pericoloso aquaplaning, infatti, dipende esclusivamente dalla profondità del battistrada e dal disegno delle scolpitura: la marca c’entra poco o nulla. Sostenere il contrario è fuorviante.
L’indipendenza di giudizio della nostra redazione deve essere una garanzia per il lettore, come quando abbiamo contrastato (con successo) la legge che di fatto voleva abolire le catene da neve per diffondere maggiormente i pneumatici invernali.
La capacità di valutare i lati oscuri delle norme è un nostro valore, che difendiamo fino in fondo, anche se alcuni stentano a capirlo. O forse fanno solo finta.